La cessione della Sampdoria prosegue, va avanti con Marco Lanna che ccontinua a vigilare sulla sui colori blucerchiati
Non so come andrà a finire la partita e non faccio pronostici. Ma di sicuro posso dirvi che finalmente la melina è finita. In questa calda estate blucerchiata la certezza è che ora qualcosa si sta davvero muovendo sul fronte cessione del club.
Tutto essenzialmente per due motivi: in primis perché l’attuale società non può andare avanti a oltranza in questo commissariamento e in secundis perché l’entrata in scena della Banca Lazard come advisor ha smosso le acque per davvero.
Probabilmente il trustee Gianluca Vidal ha avuto tutti gli alibi di questo Mondo nei sei mesi in cui è stato l’unico vero punto di riferimento nelle trattattive (o comunque nelle cosiddette manifestazioni d’interesse) di cessione della Sampdoria, a cominciare dal fatto che solo da metà maggio in avanti è arrivata la certezza del mantenimento della categoria.
Tutto vero, la situazione non è mai stata semplice negli ultimi mesi neppure sul campo. Però con tutto rispetto è difficile paragonare le potenzialità – anche di ricerca attiva degli investitori, ben oltre la semplice attesa delle offerte – di un commercialista di Mestre con quelle di una banca internazionale americana radicata in tutto il Mondo e con oltre 170 anni di storia alle spalle.
Per mesi tutti gli interessi reali o presunti per il club sono stati trincerati dietro il famoso (e assolutamente legittimo) patto di riservatezza, ora però i nomi sono iniziati a circolare e soprattutto non sono arrivate le smentite. Il fondo americano Cerberus e la holding inglese Redstone Capital sarebbero in prima fila ma ancora non hanno presentato alcuna offerta.
Poi si continua a parlare di un fondo arabo non meglio identificato con legami forse con la famiglia Al Thani. Non so cosa succederà, non so se davvero se ci sarà una corsa al rialzo (francamente ne dubito visto lo stallo degli ultimi anni) ma di sicuro qualcosa ora si sta muovendo.
Cessione Sampdoria, la domanda dei tifosi è sempre la stessa..
Ai tifosi e agli amici che spesso mi chiedono “Chi compra la Sampdoria?” non so rispondere con certezza. Non ho la verità in tasca, non mi piace vendere fumo.
Purtroppo o per fortuna la Sampdoria è una società in vendita da tre anni: se nel 2019 fosse andata in porto la cessione al gruppo Vialli per 80 milioni, oggi di sicuro la situazione societaria sarebbe più rosea e forse anche lo stesso Ferrero avrebbe evitato i suoi successivi guai. Inutile piangere sul latte versato.
Oggi la Sampdoria ha la necessità di trovare un compratore, se possibile affidabile e magari ambizioso. I fondi – inutile negarlo – non entusiasmano nessuno, tutti preferirebbero un presidente innamorato dei colori blucerchiati alla Paolo Mantovani (o perché no alla Riccardo Garrone, troppo spesso sottovalutato) ma è impossibile vivere di sogni: quell’epoca calcistica sembra ormai essere finita.
Non so come finirà questa storia ma credo che sia questo il momento dei titoli di coda. Faccio fatica a pensare a un ingresso in corsa del nuovo gruppo in tempo utile per operare davvero sul mercato estivo ma se i nuovi proprietari dovessero arrivare un po’ prima del gong del 31 agosto sarebbe molto positivo.
Perché la squadra oggi non è poi così malaccio ma non è neppure così forte, oltre tutto con possibili giocatori di peso (come Thorsby e Candreva) che potrebbero fare le valigie da qui a breve. Poi c’è la questione Ferrero che comunque resta sempre un po’ in sospeso.
Marco Lanna garantisce che non ha mai sentito Massimo Ferrero
Cessione Sampdoria, fidiamoci di Marco Lanna…
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Che io sappia nessuno in società ha rapporti con Ferrero. Credo che anche lui sia alla finestra aspettando quello che pOSSA accadere. Nel frattempo stiamo trattando la Sampdoria nel migliore dei modi. Deve stare tranquillo. Tutto quello che facciamo è per il bene della società
ha detto l’attuale presidente Marco Lanna e a lui voglio credere perché lo conosco e so che è una persona per bene, oltre che un ex calciatore che ama i colori blucerchiati.
Tuttavia continuo a pensare che Ferrero continui a essere assolutamente ben informato su quello che accade all’interno della Sampdoria, ancora formalmente riconducibile alla sua famiglia come proprietà.
È questo che mi fa pensare che nei mesi scorsi la strategia complessiva di chi gli ha continuato a stare vicino sia stata quella della sostanziale melina: in fondo Ferrero nel 2014 aveva scoperto il Bengodi diventando un presidente di una squadra di calcio. E non credo che abbia mai avuto davvero intenzione di vendere la Sampdoria.
E probabilmente non l’avrebbe mai venduta se non fossero intervenute le sue disavventure giudiziarie in Calabria, al netto di un complicato meccanismo di trust che a conti fatti ha imprigionato la Sampdoria e non ne ha certo favorito la cessione.
Su Lanna ci metto la mano sul fuoco, ma lo dirò sino alla fine: nella Sampdoria attuale non c’è solo Lanna. Se davvero andrà in porto la cessione del club spero che si inizi davvero a sentire aria nuova.
E quindi serve un taglio netto col passato, con la gestione Ferrero e con tutti i suoi uomini o le sue donne con cui probabilmente è ancora in contatto: se si tratta solo di cordialità e rapporti umani non c’è nulla di male intendiamoci, ma se il collegamento è ancora legato alla gestione o alla cessione della Sampdoria è il momento di tagliare con forza questo cordone ombelicale.
È il momento che questa melina finisca una volta per tutte. E che la palla torni al centro.