Nell’anniversario del crollo del Ponte Morandi il capitano della Sampdoria, Fabio Quagliarella, rinnova sui social la preghiera per la tragedia.
Quattro anni non sono nulla di fronte ad eventi del genere. Sembra ancora ieri quel 14 agosto 2018, quando in piena mattinata il Ponte Morandi, uno dei simboli di Genova, è crollato portandosi tragicamente via 43 vite. Una ferita di cui ancora la città porta le cicatrici, un dramma che è rimasto impresso ancora nella memoria di chi resta.
Anche la Genova calcistica non è rimasta indifferente, oggi come allora. Sampdoria e Genoa quattro anni fa si erano strette nel lutto dimenticando la rivalità. Anche nel quarto anniversario hanno pubblicato il loro rinnovato cordoglio, con i blucerchiati che hanno scritto il messaggio: “14 agosto 2018. Quattro anni dopo Genova non dimentica. Il presidente Marco Lanna e tutta l’UC Sampdoria si stringono ancora una volta alle famiglie delle 43 vittime della tragedia di Ponte Morandi”.
E lo ha fatto anche il capitano dei blucerchiati, Fabio Quagliarella, che era già a Genova quando era avvenuto il crollo, vivendolo sulla propria pelle. Nel ricordo dell’accaduto, il capitano della Sampdoria ha pubblicato una storia su Instagram condividendo la foto della targa commemorativa che riporta la data del crollo del Ponte Morandi. Appena sopra, Quagliarella ha posto. l’emoticon delle mani giunte, in segno di preghiera.
Sampdoria, Quagliarella non dimentica le vittime del Ponte Morandi: il ricordo e la preghiera via social
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La tragedia aveva scosso anche l’attaccante blucerchiato, che insieme all’amico Domenico Criscito, in rappresentanza del Genoa, aveva presenziato alle commemorazioni per le vittime del Ponte Morandi con la vicinanza anche della squadra. Altro segno dell’unione che avevano molto civilmente mostrato le due società di Genova in un momento così drammatico.
Quagliarella dunque non ha dimenticato ciò che è successo e ha voluto rendere omaggio ancora alle vittime, facendone vivere il ricordo anche via social. Lui che ormai vive a Genova da oltre 6 anni ed è pienamente cittadino a tutti gli effetti, sente la ferita bruciare ancora anche sulla sua pelle.