Nuovo capitolo sulla cessione della Sampdoria: secondo il giornalista Renzo Parodi, al fianco di Redstone potrebbe tornare Cerberus…
Al fianco di Redstone può tornare Cerberus. A confermare questa ipotesi il giornalista, firma un tempo de Il Secolo XIX ed editorialista de La Repubblica. La cordata anglo-americana, che aveva ottenuto un mese di esclusiva per l’acquisizione della Sampdoria senza poi però presentare nessuna offerta concreta, potrebbe averci ripensato e tornare in corsa. Ma non è l’unica possibilità:
“(…) In pista restano la stessa Redstone, che potrebbe riacquistare la partnership con Cerberus (il private equity fund Usa interessato all’acquisto dei cinema della famiglia Ferrero), ritiratosi la scorsa settimana. Gli americani stanno valutando l’eventualità di un rientro. Sarebbe una buona notizia, perché la risolutezza della company britannica (specializzata nella costruzione e gestione di impianti sportivi) e il cash garantito dal fondo Usa “ingrasserebbero” l’offerta di acquisto, rendendola decisamente appetibile. Per adesso però nulla è deciso”.
Poi Renzo Parodi fa una sua supposizione. E per tale, come lui stesso sottolinea, deve essere presa:
“C’è qualcuno – e se c’è chi è – alle spalle di Redstone e del duo Alexander-Alquezar? Faccio una supposizione, attenzione è una mia supposizione che non ha riscontri fattuali. Potrebbero essere gli arabi degli Emirati, legati all’emiro Al Maktoum? Si era detto che costoro sarebbero subentrati in un secondo momento a Cerberus nella governance della Sampdoria, non essendo il calcio una attività contemplata dal vasto bouquet del fondo americano. Gli arabi potrebbero decidere di intervenire immediatamente finanziando Redstone nella scalata alla Sampdoria. Vedremo”.
“Nel frattempo – l’ho già scritto e confermo –Silvio Berlusconi ha incaricato l’avvocato Roberto Cassinelli di individuare un candidato alla presidenza della Sampdoria prossima ventura. Un personaggio da reperire nell’ambiente politico-imprenditoriale genovese che dovrebbe favorire l’inserimento della nuova proprietà nell’establishment cittadino. Era stato proprio Alexander a sollecitare Berlusconi, in qualità di navigato dirigente calcistico, a dargli una mano in questo senso. Il Cavaliere ovviamente non si è fatto pregare”.
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Altro parere personale dell’ex firma del Secolo XIX:
“È stata una mossa maldestra e sbagliata. La Sampdoria un presidente autorevole e amato ce l’ha già e si chiama Marco Lanna. Immaginare, prima ancora di essere subentrati nella proprietà del club, di sostituirlo con qualcuno che sta al calcio come il sottoscritto allo shipping è un errore madornale. Offende e indebolisce gli attuali componenti del Cda blucerchiato che da dicembre scorso si dannano per tenere a galla la navicella periclitante e finora ci sono riusciti brillantemente. E introduce una variabile che non aggiungerebbe nulla alla forza della nuova proprietà (…)”
Per Renzo Parodi ci sarebbe anche un secondo pretendente per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della Sampdoria.
Ma “qui il mistero di infittisce. La cordata Bonetti (la definisco così per semplicità) si sarebbe appoggiata, tramite il produttore pugliese Franco Di Silvio, amico dell’ex calciatore, ad un fondo arabo di provenienza qatariota che risalirebbe alla famiglia Al Thani, imparentata con i proprietari del PSG. Il Qatar Investment Authority nel 2021 aveva completato l’acquisizione del club francese. Il QIA è un fondo sovrano del Qatar, creato per gestire i fondi domestici, il gas naturale e il petrolio del paese. Oltre ad avere l’intera proprietà del club francese, detiene quote anche in Volkswagen, HSBC e Credit Suisse. Sarebeb il QIA ad esprimere il fondo interessato alla Sampdoria”.
Ma chi sarebbe esattamente l’investitore che potrebbe celarsi dietro il Qatar Investment Authority?, si chiede ancora Renzo Parodi:
“Lo sceicco Al Thani aveva diffuso una smentita soft: ‘Stanno accostando me e la mia famiglia a diverse squadre del campionato italiano (anche Napoli e Fiorentina, a suo tempo, ndr). In questo momento non abbiamo interesse ma in futuro potrebbe essere’. Porte socchiuse, dunque. Il problema in chiave Sampdoria è che la documentazione fatta pervenire alla società da parte dell’investitore arabo è incompleta. Se non si supera lo step dell’affidabilità, la trattativa non decolla. Attribuire a questa fantomatica cordata un’offerta pronta in canna di 40 milioni diventa in queste condizioni un puro esercizio retorico. O l’arabo si accredita seriamente o si fanno soltanto chiacchiere”.
Poi ci sarebbe anche una terza ipotesi:
“Un interesse da parte del finanziere Raffaele Mincione, già apparso a Genova come pretendente a Carige, all’epoca in tandem con Gabriele Volpi il quale, sia detto per rispetto della storia, nel 2015 aveva presentato a Massimo Ferrero, tramite Flavio Briatore, un’offerta di 30 milioni di euro per acquistare la Sampdoria, Offerta respinta subito al mittente”.
“Nello schema immaginato al momento di regalare la Sampdoria a Ferrero, Volpi sarebbe dovuto subentrare al Viperetta nel giro di un paio di anni. Ferrero sarebbe stato insomma una sorta di ‘ponte’ tra la vecchia e la nuova proprietà. Purtroppo questo obiettivo non era stato messo per iscritto e ci si domanda il perché. Gli avvocati dormivano? Di conseguenza Ferrero aveva avuto buon gioco a respingere Volpi…”
“Mincione, coinvolto anche negli affari sporchi della Santa Sede con la sua Athena (sta indagando la magistratura Vaticana), solitamente non investe finanza sua, tramite il suo fondo WRM. Chi finanzierebbe allora la sua scalata alla Sampdoria? Di primo acchito verrebbe da rispondere: Gabriele Volpi. Tuttavia Volpi allorché vendette lo Spezia a Platek mi disse che col calcio lui aveva chiuso. Ma era tempo fa.
Nel 2018 Volpi aveva incaricato il suo braccio destro, Fiorani, di acquistare il credito di Hoist (Hoist è il maggior creditore di Eleven Finance, la società che ha in pancia i cinema di Ferrero). Il tentativo non riuscì, come non era riuscito a Enrico Preziosi che si era visto rifiutare l’offerta di 28 milioni dalla finanziaria svedese”.
Infine ci sarebbe una quarta ipotesi per Renzo Parodi:
“(…) Ricapitolando. Cinque soggetti sono stati ammessi finora alla Data Room della Sampdoria. Due hanno formulato offerte non vincolanti al termine della due diligence particolareggiata. Altri due si accingono a farlo, sempre attraverso l’advisor Lazard che tiene in mano le fila dei varie pretendenti alla Sampdoria e fa da filtro. Redstone e gruppo Bonetti al momento sembrerebbero più avanti ma la situazione è fluida e non sono escluse sorprese”.
Postilla finale di Renzo Parodi che se la prende con chi ha causato questo ‘male’: Edoardo Garrone.
“(…) Una pochade sportivo-finanziaria che meriterebbe, a bocce ferme, un saggio su come NON si conduce una società di calcio, di come non la si regala al primo venuto, di come non ci si affida a moscacieca alla sua buonafede (tutta da verificare nei fatti). Di come insomma si dovrebbe scusarsi pubblicamente per aver causato alla città e a centinaia di migliaia di persone (oltre che ai dirigenti e ai dipendenti attuali della Sampdoria) una serie inaccettabile di travagli e di sofferenze gratuite. E pure un ovvio danno di immagine a sé stessi e alla realtà genovese. Con un pizzico di intelligenza (e di rispetto per sé e la Sampdoria, che è un patrimonio della città di Genova e del calcio italiano) tutto ciò si sarebbe potuto e dovuto evitare…”.