Sampdoria, Amione è onorato di far parte della famiglia blucerchiata e vuole dimostrare di meritarsi di giocare a Genova. Le parole
Arrivato all’improvviso, l’ultimo giorno di calciomercato, come uno dei nomi che spuntano a bruciapelo nelle trattative lampo prima del gong. Ma Bruno Amione vuole dimostrare di non essere l’ultimo arrivato se non in ordine di tempo. Inserito nella doppia operazione con Fabio Depaoli, passato all’Hellas Verona in direzione opposta a lui, il difensore argentino è felicissimo di stare alla Sampdoria. E vuole far vedere di meritarselo.
Lo ha dichiarato lui stesso in un’intervista rilasciata ai media ufficiali della società. Un’intervista in cui prima di tutto chiarisce che, a sentir parlare della Sampdoria, è stato amore a prima vista:
Ho saputo della Sampdoria l’ultimo giorno del mercato e niente, ho chiamato subito il procuratore che ha parlato con la mia famiglia, a loro è piaciuta la proposta e ho deciso di venire qui. Per me è un onore vestire la maglia della Sampdoria, una maglia di un club così grande. Dopo l’esperienza con la Reggina, il fatto di venire qui in un club così grande mi fa venire voglia di lavorare e dimostrare che sono capace. Lavorare con il mister può essere una grande opportunità di crescere.
Sampdoria, Amione e le doti di “Bufalo”: così vuole dimostrare di poter giocare per un grande club come quello blucerchiato
Sampdoria, Amione: voglio dimostrare chi sono…
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La Sampdoria è un onore per Amione, difensore classe 2002 in Italia da due anni. Ma non lo considera un punto d’arrivo, bensì un’opportunità per crescere ancora di più. Anche in virtù di quello che il centrale ex Hellas Verona pensa di poter dare ai blucerchiati in cambio della chance di giocare a Genova:
Amione è un difensore che va forte e che lascerà tutto per questa maglia, che vuole dimostrare di essere capace. Il mio obiettivo è aiutare la squadra
E a proposito di questo potrebbero tornare utili le sue doti fisiche e di marcatore, quelle che gli sono valse il soprannome eloquente di “Bufalo”:
Il soprannome “Bufalo” me l’hanno dato alla Reggina, perché sempre andavo forte ed ero l’argentino agguerrito sempre corpo a corpo.
A livello di primi giorni e ambientamento, invece, Amione fa un bilancio positivo: numero di maglia già conosciuto, tanti sudamericani con cui parlare bene la propria lingua e l’atmosfera di Marassi che ricorda casa:
Ho scelto il numero 2 perché mi piace, l’ho indossato alla Reggina e al Verona ora era libero e l’ho preso. In questo spogliatoio ci sono tanti sudamericani cosa che per me è più facile perché parlano la stessa lingua. So che la tifoseria della Samp è molto calda, come in argentina e non vedo l’ora di giocare qui a Genova con i tifosi.