Non ci si può nascondere dietro all’arbitro Fabbri per giustificare la sconfitta della Sampdoria contro il Milan…
Non bisogna nascondersi. Il signor Michael Fabbri non è stato all’altezza. È stato sempre aiutato dal Var nelle decisioni importanti. Decisioni giustamente corrette. Compreso il giallo a Leris, il rosso a Giampaolo che per sua stessa ammissione gli ha dato del coglione. Ma Fabbri non ha inciso sul risultato della partita. E pensarlo è sbagliato.
Pensarlo significa voler cambiare il focus su un inizio di stagione tragico a livello arbitrale nei confronti della Sampdoria. Perché Giampaolo non ha alzato la voce contro l’Atalanta? Perché con Sarri non ha battuto i pugni sul tavolo dopo un rigore sacrosanto non fischiato nemmeno dopo il richiamo del Var a Quagliarella? Semplice: perché la Sampdoria in queste sue partite ha fatto la prestazione. E con la Lazio l’ha pure ripresa con Gabbiadini. Con il Milan non ci è riuscito pur giocando quasi 50 minuti in superiorità numerica: undici contro dieci per l’espulsione di Rafael Leao. Non uno a caso, il migliore. Pioli però sa leggere le partite, cambia giocatori, cambia modulo e con un uomo in meno rischia in una sola occasione. Ecco appunto la Sampdoria in 50 minuti circa non riesce a giocare a pallone. Lo fa con il cuore di qualcuno, con i nervi di altri. Ma manca la testa.
L’arbitro Fabbri non può essere una giustificazione…
Sampdoria, non nascondiamoci solo dietro a Fabbri…
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Non sono d’accordo nell’attribuire le colpe a Fabbri se la nostra Samp non è riuscita a fare punti. E a qualcuno in società non è piaciuto il teatrino messo in piedi dall’allenatore. C’è del nostro e tanto. A cominciare dalla scelta di puntare su Villar, di insistere su Sabiri e di continuare a far sbattere Caputo là davanti da solo. Tre esempi su cui discutere tutto il giorno. Ore e ore di confronto ma se questa è la strategia scelta si va poco lontano. Ripeto la Sampdoria non è stata trattata con il guanto bianco. Dalla rete annullata con l’Atalanta al clamoroso rigore non concesso con la Lazio. C’è materiale per un primo dossier di torti arbitrali. Ma a chi tocca presentarlo? Non certo a Marco Giampaolo. “Io faccio l’allenatore, poi c’è la società…”. Di sicuro la scelta di alzare la voce, di cercare giustizia da solo aspettando che all’interno dell’attuale dirigenza qualcuno prenda posizione stona ancora. Stona perché Fabbri non è il solo colpevole. Stona perché sembra che in Casa Sampdoria solo Giampaolo pensi di aver perso per colpe non sue…
E pensare che solo qualche ora prima aveva chiesto una comunicazione diversa da parte di tutti all’interno della sua società. Messaggio che nessuno sembra aver raccolto seriamente. Adesso si va a Spezia con l’acqua alla gola. Un anno fa la nuova avventura di Giampaolo sulla panchina della Sampdoria cominciò con una sconfitta e un rosso a Ekdal discutibile. Speriamo che qualcosa cambi, magari il risultato…