La Sampdoria di Dejan Stankovic continua a faticare ma con l’Ascoli si sono visti giovani interessanti come Yepes-Laut, Amione e Contini…
C’è una scena che racconta meglio di ogni altra Sampdoria-Ascoli di Coppa Italia Freccia Rossa: Dejan Stankovic corre ad abbracciare il portiere Nikita Contini, abbraccia il suo preparatore dei portieri, consola anche l’estremo difensore dell’Ascoli Guarna che, all’undicesimo rigore, dopo averne parati due, si fa neutralizzare il tiro dal suo collega dirimpettaio in maglia blucerchiata (cioè verde pastello, splendido, sapete che è quella che mi piace di più).
E, devo dire, che – almeno a livello umano – il miglioramento è continuo, costante.
Persino in una partita bruttissima della Sampdoria (con una serie di giocatori insufficienti o pesantemente insufficienti, è dura fare la lista dei peggiori, ma ci metto almeno Conti, Murru, Pussetto, Sabiri, Villar, nettamente il peggiore, con un rigore tirato come peggio non si poteva e Djuricic) qualcosa si è visto, soprattutto fra gli uomini meno utilizzati, ma soprattutto nello spirito e nel clima che si respira in panchina. E non è poco.
Non è poco perché, altrimenti, sembrerebbe che in casa Sampdoria si scende ogni giorno un po’ più in basso, ogni giorno un po’ peggio del precedente.
Sampdoria, da Ferrero a Mantovani…
Non bastava la giornata surreale di lunedì, con la squadra in campo contro la Roma con l’esordio casalingo di Dejan Stankovic e tutto lo stadio impegnato ad avvistare Massimo Ferrero in tribuna, la Digos schierata in forze ad evitargli un linciaggio, la fuga attraverso il tunnel che porta negli spogliatoi per sparire in corso De Stefanis.
A soli tre giorni di distanza, il bis di quello che – complice l’anniversario di Paolo Mantovani – in molti tifosi hanno definito come “il giorno più nero della storia della Sampdoria”, il bis dello psicodramma.
La giornata scorre via fra il bonifico dello sceicco che ovviamente non è arrivato – con un modus operandi già visto su altre piazze con alcuni degli stessi protagonisti – e una conferenza stampa di tutti i membri del consiglio di amministrazione per dire la loro verità. Nulla di epocale, peraltro.
Sampdoria, Contini e Amione hanno ripagato la fiducia di Stankovic
Sampdoria, proviamo a sorridere con Yepes-Laut, con Amione e Contini…
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Personalmente, ci tengo a dire una cosa: l’altra sera ho incontrato a teatro, a vedere la splendida “Maria Stuarda” di Davide Livermore (a proposito, andateci, se potete e leggete la Puntina in merito, perché ne vale la pena) Marco Lanna con la sua meravigliosa signora e l’ho visto davvero provato, sofferente, invecchiato.
Come può esserlo una persona perbene, straperbene, come è Marco, capitato in un tritacarne più grande di lui.
E devo dire che mi ha aperto il cuore vederlo sorridente e rilassato accanto a Roberto Mancini e Attilio Lombardo.
Insomma, anche ora, l’ambiente Sampdoria non si è fatto mancare nulla. Se non un bel gioco in campo.
Sampdoria, Valerio Verre ancora decisivo…
Eppure, in campo, che poi è ciò che mi interessa di più, si giocavano i sedicesimi di finale di Coppa Italia Frecciarossa, e mai come stavolta benedetto è il turn over, che si trasforma nello strumento per permettere a Deki di conoscere, letteralmente, alcuni dei suoi giocatori.
La partita inizia con una lunga discesa di Valerio Verre dopo dieci minuti, che si fa metà campo, segna ed è una delle sorprese più belle della serata, ammesso che per qualcuno sia ancora una sorpresa vedere Verre ad altissimi livelli. Uno che deve giocare titolare, sempre.
Alla mezz’ora però, un clamoroso errore di piazzamento di Murru, apre la strada a Collocolo, che batte Contini, al suo esordio ufficiale con la maglia blucerchiata.
E nel secondo tempo, fino alla triplice azione blucerchiata della mezz’ora, forse l’occasione più pericolosa è quella di Gondo che, sotto la sud, manda sull’esterno della rete bianconera dando l’illusione ottica del gol. Poi gli altri due gol, i supplementari, gli undici rigori.
Eppure, nonostante una partita non esaltante, anzi brutta, contro una squadra di categoria inferiore, che a mio parere l’Ascoli avrebbe meritato anche di vincere, persino da questa partita esce una Sampdoria che – al netto delle vicende societarie- rispetto all’era Giampaolo fa vedere alcune cose positive.
Sampdoria, il primo a credere in Yepes-Laut è stato D’Aversa
E sostanzialmente si tratta dei giocatori che non avevano mai giocato e che il loro lo fanno: Bruno Amione, rispetto al Colley delle ultime settimane, può giocare titolare; Verre, come detto, firma certamente la sua migliore prestazione rispetto alle volte in cui è stato chiamato in causa in questa stagione, e al momento è certamente superiore rispetto al Sabiri delle ultime settimane e anche al Sabiri di oggi, che non aggiunge nulla alla collezione, nonostante giochi da ex; ma è soprattutto Gerard Yepes a impressionare favorevolmente.
Un motorino, piccolo ed efficace, che porta una volta di più a chiedersi come sia stato possibile che, dopo aver esordito con Roberto D’Aversa poi sia completamente sparito dai radar con Giampaolo, addirittura non portato nemmeno in panchina per mesi e mai tenuto realmente in considerazione neppure quest’anno, nonostante sia stato uno dei migliori in precampionato.
E l’abbraccio e il bacio in testa che gli dà Stankovic quando esce, con Yepes che va a cercare il suo tecnico e viceversa sono fra le poche cose da salvare dell’ennesima serata da incubo di una stagione da incubo. Con il fondo che, a tratti, sembra non vedersi mai.
Non solo il fondo, americano o arabo che sia, che deve metterci i soldi. Eppure, dall’undicesimo rigore di Contini qualcosa può nascere. Il sorriso di Deki è lo spettacolo migliore della serata.