Non si smette di parlare del caso D’Onofrio e Alfredo Trentalange capo dell’AIA rischia di finire nell’occhio del ciclone. Ecco perché
Rischia di travolgere anche Alfredo Trentalange, capo degli arbitri italiani ed ex fischietto internazionale, lo scandalo di Rosario D’Onofrio. Il capo della Procura arbitrale che lavorava dagli arresti domiciliari.
Pena di 2 anni e 8 mesi, per traffico di droga. Alla quale si è aggiunto un nuovo arresto e poi il trasporto nel carcere milanese di Opera. Operazione della Guardia di Finanza contro il narcotraffico.
Caso D’Onofrio: Trentalange non ha ancora risposto ad alcune domande
Caos AIA: Trentalange potrebbe essere investito dal caso D’Onofrio. I dettagli
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Una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno, mentre il mondo arbitrale è rimasto in silenzio. Immediata, invece, la reazione del presidente Figc Gabriele Gravina. La prima mossa sarà un consiglio federale d’urgenza cancellerà l’autonomia disciplinare dei direttori di gara.
Nell’occhio del ciclone però potrebbe finire anche Alfredo Trentalange, era stato lui a scegliere D’Onofrio. Per ora però si esclude un commissariamento dell’AIA, sia l’imposizione delle dimissioni al capo degli arbitri, che molti nel mondo del calcio hanno cominciato a chiedere.
Ma il procuratore Figc Giuseppe Chinè chiederà alla direzione distrettuale antimafia le carte dell’inchiesta penale e ascolterà l’ex arbitro internazionale Piero Giacomelli di Trieste, che sempre in un’intervista a “Repubblica” ha accusato D’Onofrio di avergli fatto finire anzitempo la carriera con motivazioni pretestuose.
Resta però un fatto, che non ha ancora trovato risposta. Come mai Trentalange abbia scelto proprio d’Onofrio per quella posizione. Se era a conoscenza dei suoi precedenti o se invece il capo della Procura arbitrale aveva omesso i fatti dal suo curriculum, fatto altrettanto grave.