Serie A, ecco il condono salva calcio ma il Governo guidato da Giorgia Meloni si oppone allo scudo per le società. La situazione aggiornata
Ecco il punto della situazione sulla contestata norma salva-calcio inquadrato da Marco Bellinazzo e Marco Mobili sul Sole 24 Ore.
Un vero e proprio scudo penale e sportivo, che va anche oltre la rateizzazione dei debiti fiscali. Almeno queste sarebbero le intenzioni del Parlamento.
Serie A, ecco il condono salva calcio: non solo rateizzazioni
Al momento, il Parlamento ha prodotto un emendamento di fatto bipartisan all’articolo 13 del Dl Aiuti quater (n. 176/2022) che prevede la «rateizzazione fino a un massimo di 60 rate mensili di pari importo, con il versamento delle prime tre rate entro il 22 dicembre 2022 dei versamenti fiscali e contributivi sospesi per far fronte all’emergenza sanitaria da gennaio a novembre 2022 (e che avrebbero dovuto essere effettuati in un’unica rata originariamente il 16 dicembre).
In realtà, la legge già prevede per tutti i contribuenti la facoltà di rateizzare fino a cinque anni, ma con una sanzione del 10 per cento. Un aggravio non irrilevante visto l’ammontare delle somme dovute. L’insieme dei debiti congelati per le società sportive professionistiche e dilettantistiche superano infatti gli 800 milioni, tra ritenute Irpef, contributi e Iva. Ovviamente gran parte (tra i 500 e i 600 milioni) riguardano la Serie A.
Serie A, ecco il condono salva calcio: uno scudo dalla giustizia penale e sportiva
Una richiesta di rateizzazione che però parte della maggioranza (Fi e FdI), con l’appoggio di Pd, M)S, Maie e Misto, ha accompagnato con un maxi scudo penale, sportivo e amministrativo. Il primo firmatario è il senatore azzurro, Dario Damiani, compagno di partito del patron della Lazio e neo senatore Claudio Lotito, che da mesi si sta battendo per ottenere la rateizzazione dei debiti fiscali e contributivi. Il correttivo in una semplice riga stabilisce che in caso di richiesta di un pagamento dilazionato non solo non troveranno applicazione sanzioni amministrative e interessi, ma neanche «sanzioni penali
e sportive». Si precisa poi che «nelle more di conversione in legge del decreto , non si applicano le sanzioni economiche, penali e sportive».
Nel Dl Aiuti spunta così lo scudo preventivo per impedire l’intervento delle Procure, non solo di quella federale, che potrebbero sollevare eccezioni rispetto a possibili violazioni normative che si dovessero materializzare. In caso di mancato versamento di ritenute Irpef sopra i 150mila euro annui e di mancati pagamenti Iva sopra i 250mila euro, in effetti, scatta la rilevanza penale delle condotte di manager e società, secondo quanto previsto dagli articoli 10 bis e 10 ter del decreto “manette agli evasori” (Dlgs 74/2000).
Serie A, il Governo Meloni contrario allo scudo salva calcio
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Sempre sul IL Sole24Ore Bellinazzo e Mobili danno conto della posizione del Governo sull’emendamento al DL aiuti.
Il ministero dell’Economia, secondo fonti di via XX Settembre, avrebbe intenzione di esprimere la propria netta contrarierà al correttivo. Lo stesso ministro dello Sport, Andrea Abodi, del resto, è stato molto duro a riguardo, respingendo la prospettiva di un trattamento di favore per i club di calcio professionistico. Sono questi ultimi, in effetti, i maggiori beneficiari dell’emendamento all’esame del Senato, per quanto la rateizzazione quinquennale “agevolata” delle imposte sospese da gennaio a novembre 2022 riguardi tutte le società sportive, anche dilettantistiche e anche se attive in altre discipline.
Una posizione netta che troverebbe sponda anche nei partiti. Matteo Salvini, Carlo Calenda e Matteo Renzi su tutti.
Proprio l’esponente di Italia Viva ha dichiarato:
Soldi alla Serie A? La mia posizione la conoscete: diamo quei soldi alle società sportive dei dilettanti e alla cultura. Oggi mi ha attaccato su questo il senatore di Forza Italia Claudio Lotito, un uomo che ha un conflitto di interesse su questa vicenda grande come una casa, essendo anche proprietario della Lazio. Finché le società saranno gestite in modo chiuso come dimostra l’incapacità di incamerare risorse dai diritti televisivi, il calcio italiano sarà condannato a perdere.
Anziché chiedere la rateizzazione a spese del contribuente, le aziende del calcio imparino a gestire bene i bilanci. E lascino i soldi a chi ne ha bisogno.
Il Presidente della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito non si nasconde, anzi, rivendica l’opportunità della norma.
Non c’è una norma per il calcio, ma per lo sport italiano. Prima di tutto, nessun club ha debiti fino al 22 dicembre. Nessuna
attività sportiva ha ricevuto un ristoro. I due governi, quello Draghi e quello Conte, non hanno dato soldi allo sport, mentre è stato dato un miliardo a fondo perduto al cinema