La sua storia in Italia Ruud Gullit l’ha scritta al Milan ma anche alla Sampdoria. Un campione mai dimenticato, come le sue treccine…
“Tulipano nero”, “Simba”, “Olandese volante”, “Cervo che esce di foresta”. Sono questi i nomignoli coniati dai tifosi e da personaggi illustri quali Gianni Brera e Vujadin Boskov per definire uno più iconici e rappresentativi dei protagonisti del calcio italiano e internazionale a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Stiamo parlando di Ruud Gullit. Calciomagazine.net, supplemento sportivo del giornale online L’Opinionista che si occupa anche delle partite della Sampdoria in diretta, ha dedicato al campione una ricostruzione storiografica.
Olandese di origini surinamesi, classe 1962, atleta dalla straordinaria prestanza fisica, dall’ottimo scatto, dall’eccellente colpo di testa e dall’eccezionale carisma. Alla Sampdoria arrivò dopo che in sei stagioni passate nel Milan, sotto la guida prima di Sacchi e poi di Capello, aveva vinto tutto a livello sia di club sia individuale: tre Scudetti, tre Supercoppe Italiane, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee, due Coppe Intercontinentali e, last but not least, il Pallone d’Oro nel 1987, con 56 gol all’attivo in 171 presenze.
Ruud Gullit firma per la Sampdoria
Era il 14 luglio 1993 quando Gullit firmò il contratto che lo avrebbe legato per un anno al club blucerchiato con un ingaggio lordo di circa tre milioni di lire. Fu quello l’atto conclusivo di una trattativa iniziata il 23 dicembre dell’anno precedente quando al termine di Sampdoria – Milan, finita 1-2 in favore dei rossoneri, il Presidente Paolo Mantovani aveva parlato con il giocatore. Un’operazione che poi si rivelò del valore complessivo di un miliardo, nel corso della quale ci si dovette anche preoccupare di battere la concorrenza del Torino.
Per il Campione olandese legarsi alla società ligure voleva dire rimettersi in gioco in un ambiente diverso da quello rossonero, sentirsi ancora vivo, competitivo.
In un’intervista rilasciata a Fabio Fazio, nella trasmissione di Rai 3 “Che Tempo che fa” Gullit dichiarò di essere venuto alla Sampdoria perché i medici del Milan pensavano fosse finito non avendo più fiducia nelle sue ginocchia e in lui e che quella delusione lo aveva fatto andar via.
Per il Presidente Mantovani, già provato da una lunga malattia che qualche mese dopo lo avrebbe portato alla morte, invece, significava aggiungere un tassello importante, un valore aggiunto a una squadra che aveva la pretesa di assomigliare il più possibile a quella che nel quinquennio precedente aveva conquistato una Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe e il primo Scudetto della sua storia e che aveva sfiorato la vittoria di un’altra Coppa delle Coppe e della Coppa dei Campioni avendo perso in entrambe le occasioni la finale contro il Barcellona. E forse significava anche fare un ultimo regalo alla tifoseria sempre così presente.
Sampdoria, Ruud Gullit a Genova consumò la sua rivincita sul Milan…
Ruud Gullit, la storia del campione tra Sampdoria e Milan
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A Genova Ruud Gullit rifiorì. A trentun’anni visse una seconda giovinezza, complice anche una posizione in campo più arretrata di quella offensiva ricoperta nel Milan, prima nel ruolo di libero e poi in quello di centrocampista avanzato al fianco di Mancini. “La Sampdoria mi ha dato la libertà in campo”, dichiarò sempre a Rai Tre.
Insieme a giocatori del calibro di Platt, Mancini, Lombardo e del compianto Mihajlovic contribuì a far sognare e gioire ancora il pubblico di Genova, quello della Gradinata Sud.
A fine stagione, grazie alle sue prestazioni e alle sue quindici reti realizzate in 31 gare, la Sampdoria di Eriksson conquistò il terzo posto in campionato, dietro a Milan e Juventus e davanti, con largo vantaggio, all’Inter.
Tra gli highlights del suo periodo blucerchiato c’é il goal della vittoria in Sampdoria-Milan del 31 ottobre 1993. Una gara speciale che vince a modo suo. Quel giorno i rossoneri passarono in doppio vantaggio grazie alle reti di Albertini e Laudrup realizzate su due giocate di Donadoni e la partita sembrava ormai compromessa.
Ma l’olandese, nonostante fosse marcato stretto e costantemente oggetto di provocazioni da parte dei suoi ex compagni, tirò fuori dal cilindro prima un assist che consentì un goal di testa di Katanec e poi un destro preciso e potente che determinò il 3-2 finale dopo che Mancini, su rigore, aveva riportato il punteggio sulla parità.
La stagione 1993-1994 fu anche quella in cui la Sampdoria si aggiudicò la sua seconda Coppa Italia. E proprio due reti di Gullit, uno siglato all’89’ a San Siro nel ritorno dei quarti di finale contro l’Inter e l’altro al “Tardini” nel ritorno delle semifinali contro il Parma, si rivelarono fondamentali nel cammino verso la finalissima della competizione, poi vinta contro l’Ancona.
Ruud Gullit tornò al Milan per poi pentirsene…
Ruud Gullit, la storia del campione tra Sampdoria e Milan
Nell’estate del 1994 Ruud Gullit tornò inaspettatamente al Milan. Il “Cervo uscito di foresta, era ritornato in foresta”, per dirla con le parole del mitico Boskov.
Con la maglia rossonera vinse un’altra Supercoppa italiana, contro la stessa Sampdoria, ai calci di rigore. Ma a Milano qualcosa si era rotto. E così chiese il trasferimento. Nel mercato invernale ottenne di tornare a Genova, a titolo definitivo alla Sampdoria, in cambio del prestito al Milan di Alessandro Melli.
Nonostante avesse realizzato nove reti in ventidue incontri disputati, i blucerchiati chiusero il campionato all’ottavo posto, fuori dalle Coppe europee. Un risultato alquanto deludente rispetto alle aspettative e alle speranze della vigilia.
Nel suo periodo di permanenza alla Sampdoria Ruud Gullit ha segnato complessivamente 33 goal tra campionato e coppa Italia. “Il Milan per me è stato il massimo, la Samp un posto speciale” ha rivelato a “Che Tempo fa” il Tulipano nero. E per chiunque abbia fede blucerchiata un po’ speciale lo é stato anche lui.