Marco Tardelli ha parlato dell’uso dei farmaci durante la sua carriera: il dibattito si è riaperto dopo la morte di Vialli e Mihajlovic, bandiere della Sampdoria
Le morti di Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli hanno riaperto l’annosa questione dell’abuso di farmaci nel calcio. Nonostante non ci sia correlazione tra le malattie che hanno portato via due dei simboli dello sport italiano, in molti, tra gli ex calciatori, stanno parlando del loro utilizzo di farmaci durante la carriera.
Marco Tardelli, al Corriere della Sera, ha dichiarato di aver preso il Microen, una sostanza poi diventata proibita:
Quando giocavo io, anni 80-90, non c’era quella attenzione alla farmacologia di adesso: il giocatore è più seguito a livello medico, assistito anche sotto l’aspetto psicologico. Un tempo, non era così…. C’era un medico di società, un po’ come quello di famiglia: se il giocatore aveva un problema, il dottore lo valutava e se proponeva un farmaco, permesso ribadisco, il giocatore lo assumeva e andava in campo. Adesso le società hanno messo a disposizione dei giocatori una struttura medica più complessa, sicuramente più preparata. Non che i medici di una volta non lo fossero, ma non esisteva assolutamente una organizzazione come quella attuale.
Sampdoria, Tardelli e le dichiarazioni di Dino Baggio…
Sampdoria, Tardelli e l’abuso dei farmaci: ci fidavamo dei medici…
LEGGI ANCHE Verso Sampdoria-Udinese, Winks ha convinto Stankovic? Le ultime
Tardelli, poi, parla dell’abuso dei farmaci. Una possibilità che l’ex centrocampista della Juventus e della Nazionale non esclude:
I tempi di recupero erano stretti, si doveva giocare e quindi è possibile che abbia abusato di qualche farmaco. Se il fisico rispondeva, nessun problema, ma capitava anche che la reazione del corpo non fosse quella adeguata. Però, dovevi giocare, magari anche con qualche infortunio e dolore, o costola rotta oppure un leggero stiramento. Quindi davano farmaci, ripeto consentiti, perché si andasse in campo.
Dopo la morte di Vialli, c’è stato una pima dichiarazione di Dino Baggio (Sampdoria, Dino Baggio shock su Vialli: il doping c’era…), che Tardelli difende. Quella dell’ex giocatore di Parma e Lazio non era un’accusa:
Ecco, Dino Baggio non ha fatto un j’accuse, ha chiesto di capire: datemi una mano a comprendere cosa ho assunto, quali conseguenze possono esserci. La verità è che ogni organismo reagisce in modo diverso.
Infine l’ex bianconero non crede alla possibilità che tra le morti e i farmaci ci sia una reale correlazione:
Non credo che ci sia un legame diretto tra le medicine prese e la morte prematura di certi sportivi. Nessuno ha mai spiegato questa relazione. Come si fa a sostenerlo? Certo che centenari nello sport non si vedono. La normalità è 80- 82-83 anni, forse perché il nostro corpo è maggiormente usurato.