Pajtim Kasami ha convinto subito: lo svizzero, arrivato alla Sampdoria dopo la chiusura del calciomercato estivo, ha spiegato i motivi del ritorno in Italia
Pajtim Kasami è stato uno degli acquisti più importanti della stagione della Sampdoria. Il centrocampista svizzero è arrivato da svincolato in Italia, a metà settembre, rivelandosi subito come un leader sia fuori che dentro il campo. Uno dei fedelissimi di Andrea Pirlo e uno degli idoli dei tifosi blucerchiati.
A Dazn Talks, Kasami ha raccontato da cosa è nato il suo ritorno in Italia e, in particolare, il suo arrivo alla Sampdoria. Sarebbe potuto restare all’Olympiakos, ma il cambio di allenatore non ha favorito il rinnovo e poi sono arrivati i blucerchiati:
A inizio stagione è stata una situazione delicata, avevo la possibilità di rimanere all’Olympiakos, ma è arrivato un nuovo allenatore, aveva altre idee e quindi non ho rinnovato il contratto. C’erano altre società, mi sono preso il mio tempo e alla fine ho avuto l’opportunità di venire qui alla Samp. C’erano dubbi sulla mia forma fisica, ma lo capisco; poi con i test fisici si è risolto velocemente tutto.
Calciomercato Sampdoria, Kasami aveva un conto aperto con l’Italia
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I test fisici hanno certificato le buone condizioni di Kasami, che in Italia aveva un conto aperto. Aveva una sfida con se stesso, sfida che, per il momento, sta vincendo, considerando che con lui in campo la Sampdoria ha un altro passo. E punta i playoff:
Tornare in Italia è stato un motivo in più per scegliere la Sampdoria. Ho pensato che qui in Italia avessi ancora qualcosa da fare, come si dice in inglese un “unfinished business”. Tornare qui era una sfida per me stesso, per far vedere che io ci sono ancora e che posso dare ancora tanto al calcio italiano. Credo sia una sfida soprattutto per me.
E poi c’è la cultura italiana. Una cultura calcistica unica al mondo, che a Kasami piace molto. Praticamente una religione:
Poi sono molto legato alla cultura italiana, mi piace tanto l’Italia come paese: poi come si vive il calcio qui è una cosa unica. Penso sia l’unico paese dove si pensa al calcio 24 ore su 24: se devo paragonarlo al calcio inglese, qui è praticamente una religione.