Non si smette di parlare di quanto accaduto durante Inter-Sampdoria, dopo la morte di Vittorio Boiocchi e il caso in Curva Nord
Non si placano le polemiche dopo Inter-Sampdoria. Si parla ancora di quanto accaduto in Curva Nord, a San Siro, durante la partita. Niente cori, niente striscioni, unica eccezione Dejan Stankovic. Accolto come un eroe e incitato sia dai tifosi sia quelli casa che gli ospiti.
Così per tutto il resto della gara, nonostante i goal segnati dalla squadra di Simone Inzaghi, almeno quelli nel primo tempo. Poi alla ripresa i tifosi nerazzurri, in quel settore del Meazza, abbandonano lo stadio uscendo dall’impianto sportivo.
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E chi non voleva andarsene è stato convinto con le cattive. Tutto poi riportato sui social, con le denunce di violenze varie e di conseguenza le polemiche che hanno caratterizzato il giorno dopo e non solo. Il motivo viene a gara durante il match con la Sampdoria. Il capo Ultra dell’Inter Vittorio Boiocchi è morto in una sparatoria a Milano, colpito sotto casa da quattro o cinque colpi al collo e al torace.
Boiocchi era un nome storico nel mondo Ultras. Vecchio sodale di Franchino Caravita, entrambi leader storici dei Boys dell’Inter. L’ultima a parlare di quanto accaduto è stata proprio la società nerazzurra, con un comunicato ufficiale.
FC Internazionale Milano condanna con fermezza qualsiasi episodio di coercizione avvenuto sabato sera al secondo anello verde dello stadio di San Siro. Il Club che in ogni sede lotta contro ogni tipo di violenza, ribadisce i valori essenziali di fratellanza, inclusione e antidiscriminazione – ed esprime la sua totale solidarietà nei confronti di quei tifosi che sono stati costretti a rinunciare a ciò che tengono di più: l’amore e la passione per l’Inter.
ll Club – che si adopera ogni anno per rafforzare il presidio di sicurezza e di sorveglianza all’interno dello stadio – ribadisce nuovamente la sua totale collaborazione con le Forze dell’Ordine per assicurare la tutela dei diritti dei propri tifosi.