Questa forse è la giornata più difficile nella quale scrivere qualcosa. Perché se da una parte lo spirito del tifoso chiede che si pensi solo a godere del momento, a lasciarsi andare alla gioia, al menaggio, a un attimo di spensieratezza in un campionato dai nervi tesi in trincea, dall’altra c’è quello della cronista che dice di no.
C’è poco di cui stare allegri. Perché se non sarà più la classifica a mettere la Sampdoria in pericolo, rischiano di essere le vicende societarie a farlo. Il patteggiamento di Ferrero con la Figc, per avere girato 1 milione e 159 mila euro della Sampdoria a una sua società per operazioni inesistenti a Bogliasco, è solo l’ultimo di una serie di campanelli d’allarme, rimasti tutto sommato sopiti fin tanto che la squadra, in campo e sul mercato, ha girato.
Il campo ha detto che dobbiamo essere grati alla “garra” di Linetty e al mancino telecomandato di Gabbiadini, che insieme a Ramirez e Quagliarella e Audero dovranno essere i quattro a prendere per mano la squadra nelle ultime quattro giornate del girone di andata.
Io ho sbagliato la seconda previsione consecutiva, quando annunciai un brodino tra squadre spaventate se non addirittura la vittoria di Thiago Motta. Forse perché essere imbattuti da 7 derby, avendone vinti 5, sembrava una gioia irraggiungibile vista l’attuale situazione. O ancora perché avere il miglior allenatore da derby in circolazione, imbattuto in Italia, Madrid e Valencia, quando tutto gira male, sembra non bastare.
E invece il Genoa ha ricordato ai tifosi della Sampdoria che c’è un presidente che in estate è riuscito a fare peggio di Ferrero e che quando si è trattato di scegliere il nuovo allenatore c’è stato chi ha avuto voglia di porre rimedio a una scelta sbagliata e chi invece ha voluto perseverare nell’errore. Quindi sì, alla fine, tutto sommato oggi si può sorridere.
La vittoria del Brescia sul Lecce ha dimostrato che la lotta per la salvezza è più viva che mai e non è ancora il momento di fare calcoli. Bisognerà pensare solamente a se stessi fino a maggio. Il mercato farà il resto. E magari quell’uomo, quel Sir seduto in panchina, potrà compiere un nuovo (piccolo) miracolo sportivo.