Cessione Sampdoria, La Repubblica: indica tre strade per evitare il fallimento. Tre strade percorribili ma solo a certe condizioni…
Per l’edizione di Genova de La Repubblica ci sono tre strade che portano al salvataggio della Sampdoria, consegnando la società nelle mani di un nuovo proprietario, per evitare di imboccare la quarta, che conduce al fallimento. Ora però sempre secondo il quotidiano “il vero, grande scoglio da superare, è cosa nota, l’indebitamento societario, superiore ai 200 milioni di euro, con mezzi propri stimati in poco più di 30 milioni”
Come fronteggiare questa situazione senza affondare?
“La prima strada tentata, e tuttora in corso, si chiama “composizione negoziata della crisi”. Di fronte a una situazione di crisi come quella che attraversa la società, prima di prendere la strada del tribunale, si verifica se esistano le condizioni per la cessione del capitale a un nuovo azionista o a un pool. Il percorso avviato dalla Camera di Commercio è partito con l’individuazione di una terna di esperti guidata da Alberto Quagli, direttore del dipartimento di Economia dell’università di Genova a cui è toccato indicare un professionista per la ricerca di una nuova proprietà, gestendo in parallelo la complessa situazione debitoria. La scelta è caduta su Eugenio Bissocoli, genovese, avvocato e uno dei massimi esperti di amministrazione straordinaria. Bissocoli si è messo al lavoro da subito e ancora non ha smesso, visto che i tempi tecnici della composizione negoziata scadranno il 6 giugno. Possono anche interrompersi prima, nel caso di accordo o di rinuncia del professionista, ma l’impressione è che questa strada, che sarebbe ideale per la Samp, difficilmente sarà percorribile fino in fondo”.
Cessione Sampdoria, Zanetti e Mincione hanno fatto un passo indietro
Nel corso delle settimane, infatti, sono emerse molti interessi, in particolare sulla possibilità del lancio di un prestito obbligazionario da 30-35 milioni per rilevare il 10%. Si sono avvicinati il Wrm Group di Raffaele Mincione, ma anche il patron della Segafredo Massimo Zanetti.
“Un po’ più distante, è parso su questa ipotesi Alessandro Barnaba, il finanziere rappresentante di Marlyn Partners, da tempo in campo. La cessione attraverso bond convertibile, infatti, consente il passaggio di proprietà, ma carica sulle spalle del nuovo azionista l’indebitamento societario. Si può negoziare con i creditori una riduzione di quanto dovuto, ma l’investimento complessivo sembra fuori misura. E quindi? Il passaggio successivo diventa quello del tribunale, con soluzioni che metterebbero in salvo la società”.
Cessione Sampdoria, La Repubblica non prende in ipotesi l’intervento di Garrone. Perché?
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La Repubblica ricorda che “in base alle norme civilistiche si potrebbe ad esempio cedere l’azienda e trovare poi un accordo con i creditori, mentre secondo le norme federali bisogna prima di ogni altra cosa pagare interamente il debito sportivo (che riguarda i tesserati, i procuratori, le altre società di calcio, anche straniere) e poi procedere. Il pagamento integrale del debito sportivo è anche la condizione per l’iscrizione al campionato. Fissate queste pre-condizioni, si può cercare in tribunale di accedere al concordato preventivo. Ci si rivolge al tribunale fallimentare chiedendo di poter accedere alla procedura concorsuale, nel caso della Samp in continuità, cioè diretta, che potrebbe prevedere un aumento di capitale (come gradirebbe la Federazione) per rilevare la società. Anche qui si aprirebbe il confronto con i creditori, a cui fare una proposta suddivisa per classi secondo la loro posizione giuridica e l’interesse economico (le banche, i fornitori).
C’è una terza via che si sta valutando, secondo il quotidiano genovese, “rappresentata dall’accordo di ristrutturazione, una procedura che prevede un accordo con almeno il 60% dei creditori e la liquidazione totale di quanto chiesto dal rimanente 40 che va pagato integralmente entro 120 giorni. Insomma, ci sono ancora tutte le condizioni per raggiungere l’intesa entro giugno, attendendo la fine del campionato…”.