Cessione Sampdoria, Parodi insiste: se passano i concordati, decide il Tribunale. Il giornalista genovese è sempre convinto che Ferrero sia obbligato a vendere
Dopo aver annunciato una svolta a breve lo scorso marzo, ancora non avvenuta, in un lungo post su Facebook, torna a parlare Renzo Parodi, già firma dell’edizione genovese di Repubblica nonchè del Secolo XIX.
Se dovessimo sintetizzare, il succo è che il Tribunale, una volta dato il via libera ai concordati, avrà piena voce in capitolo e di fatto metterà dei paletti tali da indurre Ferrero a vendere l’unico asset in grado di portare capitali freschi per sostenre l’architettura del concordato. Dunque la cessione della Sampdoria sarebbe non una delle soluzioni, come prospettato dal braccio destro e deus ex machina dell’operazione, il commercialista Gianluca Vidal. Ma sarebbe l’unica soluzione praticabile.
Le riflessioni di Parodi partono proprio dall’ultima intervista di Vidal rilasciata al Secolo (e qui potete leggere il nostro punto di vista: Cessione Sampdoria, cosa ci torna delle parole di Vidal (e cosa vorremmo chiedergli)
Innanzi tutto le alternative alla cessione della Sampdoria prospettate da Vidal paiono “fragili” e la cessione è l’unico modo di far arrivare denaro nelle casse dei concordati, salvando le due società che altrimenti falliranno.
.In pratica invece le alternative alla cessione della Sampdoria sembrano, come definirle?, fragili…
Vidal dimentica di dire che il piano concordatario prevede che 6,4 milioni ricavati dalla vendita della Sampdoria sarebbero destinati a coprire i debiti della Holding Max (non c’è società ferreriana che non sia indebitata) e quindi l’ipotesi di vendere parte delle quote della capogruppo (50mila euro di capitale sociale…) rimane alquanto sullo sfondo. Quanto vale Holding Max se ha alcuni milioni di euro di debiti? Vale per le società ha in pancia, ovvero la Sampdoria. E siamo daccapo. Gira gira sempre lì si finisce: al club di corte Lambruschini. L’unico asset in grado di fornire denaro fresco pronto cassa. Con quale destinazione? Nei concordati e dunque verso la soddisfazione dei creditori di EF e Farvem. Da lì non si scappa. I 30 mesi che Vidal si prenderebbe per concludere la vendita della Sampdoria sono scritti sull’acqua. I creditori non accetteranno mai di attendere due anni e mezzo la realizzazione di un affare che alla fine potrebbe anche non concretizzarsi. Né il tribunale lo consentirebbe.
ANCORA PALERMO:
Secondo Parodi non bisogna perdere di vista quello che Ferrero vorrebbe fare con la squadra del capoluogo siciliano.
Un indizio di come stanno mettendosi le cose emerge dalle dichiarazioni del commercialista di fiducia di Ferrero per gli affari siciliani. Il quale ha dichiarato che Ferrero a giugno scenderà a Palermo per acquistare da uno dei due soci del club rosanero, l’imprenditore Di Piazza, il 40% delle azioni del Palermo calcio. In modo da affiancare l’azionista di maggioranza, Mirri. In prospettiva, cito sempre la fonte siciliana riportata dalla stampa, Ferrero avrebbe intenzione di subentrare come proprietario unico del club, con l’intenzione di riportarlo in serie A in tre anni. Domanda dell’uomo della strada? Con quali soldi Ferrero pensa di realizzare questa doppia operazione? Potrebbero servigli una decina di milioni di euro? Ripeto: dove li prende? Ipotizzo: dalla cessione della Sampdoria, posto che gli avanzino dei quattrini dopo avere soddisfatto i creditori di EF e Farvem. Una cosa è certa, Ferrero brama restare nel mondo del calcio e Palermo in potenza è una grande piazza.
SUI POSSIBILI ACQUIRENTI PER LA SAMPDORIA
Ovviamente nessun possibile acquirente della Sampdoria finora si è fatto vivo e sarebbe strano il contrario. Chi vuol comprarla attende la pronuncia dei giudici e l’omologazione dei concordati e soltanto allora andrà a trattare. Non con Vidal e Ferrero, bensì con il commissario giudiziale nominato dal tribunale. Costui tratterà sulla base delle condizioni fissate nel concordato e della valutazione del valore del club formulata dal tribunale, non da Vidal o da Ferrero. Questo è pacifico. Omologati i concordati insomma la palla esce dal terreno di gioco di Ferrero e di Vidal ed entra nel rettangolo del tribunale. Di fatto, la Sampdoria già uscita dal terreno di gioco di Ferrero e Vidal , lo dice lo stesso Vidal nell’intervista a Il Secolo XIX : “ L’ultimo aggiornamento- chiarimento lo abbiamo dato il 26 marzo, ora è tutto nelle mani del Tribunale”. Non è un dettaglio. E’ la svolta che cambia le carte in tavola. Se Ferrero trova dei soldi li deve destinare ai creditori di EF e Farvem, non ad altre imprese. Compreso l’acquisto del Palermo… I concordati insomma comandano su tutto il resto.
Secondo Parodi, il Tribunale subordinerà l’approvazione dei concordati alla cessione della Sampdoria o comunque ad un documento che ne attesti la volontà di vendere.
E’ verosimile che i giudici sottopongano il via libera ai concordati alla condizione che i proponenti possa dimostrare la volontà reale di vendere il club, mostrando perlomeno un preliminare di vendita se non un contratto di vendita già perfezionato. Cambiali in bianco non ne rilasceranno né i creditori le accetterebbero. Qualora i pretendenti alla Sampdoria avessero già rilevato in tutto o in gran parte i debiti di EF e Farvem (ipotesi finora non verificata che non può essere esclusa), di fatto costoro avrebbero in mano le sorti della Sampdoria. Lo ripeto: una cosa è certa. Non sarà con Vidal né con Ferrero che i potenziali acquirenti andranno a trattare. Con il concordato omologato la proprietà del club viene spogliata delle sue prerogative. Il gioco passa in mano al tribunale che fissa il valore della Sampdoria e vigilerà sugli sviluppi della trattativa per il passaggio del club alla nuova proprietà. Posto che l’accordo non sia già stato raggiunto, in via riservata, fra tribunale e acquirenti.
LA SAMPDORIA A GARANZIA DEI CONCORDATI E IL TRUST ROSAN
Le ipotesi alternative alla cessione formulate da Vidal sono – cito testualmente – “la cessione di una parte limitata di quote a un terzo che voglia diventare socio di minoranza ovvero di capitali, o un finanziamento da parte del sistema bancario o finanziario in generale utilizzando un asset come SportSpettacolo come garanzia”. Ossia la Sampdoria come garanzia. Senonché il club non può essere impiegato come una garanzia multitasking. Se garantisce i concordati, non può garantire altro.
Su questo punto il Trust Rosan prevede invece che la Sampdoria finisca a garanzia anche del Fallimento Abaco, nonchè di eventuali azioni di responsabilità a carico di Ferrero e dei suoi familiari (ESCLUSIVO: Concordati Ferrero, chi e come controlla la Sampdoria: ecco i documenti del Trust; Cessione Sampdoria:come avverrà la trattativa e quanto intasca Ferrero: ecco i documenti)
CESSIONE SAMPDORIA, PARODI SUI CONCORDATI E TEMPI DEL TRIBUNALE:
A noi risulta che sia ancora tutto fermo, si attende una decisione a breve dei giudici dott.ssa Cavaliere (FARVEM) e dott. Cardinali (Eleven Finance). Dai registri di cancelleria, non emergono novità rispetto al nostro ultimo aggiornamento (che potete leggere in questo articolo).
Se e quando i concordati saranno omologati verranno resi pubblici e finalmente conosceremo l’orientamento preciso dei giudici e le condizioni approvate. Al momento non le conosce nessuno. Non chiedetemi quando avverrà l’omologazione. Ragionevolmente in tempi brevi, i giudici hanno acquisito la ponderosa documentazione richiesta, hanno studiato e conoscono le carte e dunque non c’è ragione per differire ancora la pronuncia. Se accadesse allora sarebbe opportuno farsi qualche domanda.
SUL VALORE DELLA SAMPDORIA
Infine Parodi espone i suoi dubbi sul reale valore della Sampdoria, gravato comunque dai debiti e con un bilancio chiuso ancora in passivo di 14 milioni. Un passivo limitato dai finanziamenti erogati e garantiti dallo Stato alle aziende colpite dal Covid. Debiti che comunque andranno saldati
Il passaggio più delizioso dell’intervista a Vidal è quello che richiama il valore di mercato della Sampdoria. Cito testualmente: “Il prezzo si fonda sul valore di mercato della società, da cui vanno detratti i debiti. Se salgono i debiti, il prezzo scende. Ma chi crede che aumentando il debito diventi più difficile cedere, sbaglia. Con un debito basso aumenta la somma netta che l’acquirente deve pagare e anche il margine di rischio dell’investitore”. Chi acquista più debito, conclude il suo ragionamento Vidal, è avvantaggiato perché il debito strutturale derivato dai prestiti garantiti dallo Stato è a sei anni. Senonché quei debiti non scompariranno a mezzanotte, come la carrozza di Cenerentola che torna una zucca e i cavalli bianchi ridiventano graziosi topolini bianchi. Ancorché contratto a condizioni vantaggiose (parlo dei debiti garantiti da Sace, finora una trentina di milioni), i debiti restano debiti e andranno ripagati. Con gli interessi.