Cessione Sampdoria, Marcello Pollio, presidente del collegio sindacale, ha raccontato lo stralcio della Reggina al 95%, che crea un precedente…
Marcello Pollio, presidente del collegio sindacale della Sampdoria, ha pubblicato sulla propria pagina di Facebook l’articolo scritto per il quotidiano Italia Oggi. Nel quale riporta le motivazioni che hanno portato al salvataggio della Reggina, che ha ottenuto l’omologazione dell’Accordo di ristrutturazione dei debiti. Creando, così, un precedente anche per la Sampdoria.
Come scritto da Pollio, la proposta del club blucerchiato sarebbe anche più vantaggiosa di quella della società calabrese:
La proposta Sampdoria è assai più vantaggiosa avendo come proposta il 35% del debito, mentre il tribunale di Reggio Calabria ha omologato la proposta della Reggina 1994 al 5% del debito (con uno stralcio, pertanto, del 95%).
Cessione Sampdoria, il caso della Reggina crea un precedente
Cessione Sampdoria, Pollio racconta il caso Reggina: stralcio del 95%…
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Proprio sullo stralcio e sulla proposta della Reggina si concentra l’articolo scritto da Pollio su Italia Oggi. Il presidente del collegio sindacale della Sampdoria definisce la proposta di ristrutturazione del debito, con pagamento a stralcio, “sempre opportuna”.
Si spiega, poi, come mai sia stata accettata la proposta della squadra calabrese. Nelle società calcistiche l’unico ed il principale asset è il titolo sportivo, “elemento caratterizzante ed individualizzante l’ordinamento sportivo”. Stando all’articolo 52 delle Noif in nessun caso “il titolo sportivo può essere oggetto di valutazione economica o di cessione”.
La dichiarazione di fallimento, scrive sempre Pollio, determina la revoca del titolo sportivo e, quindi, la perdita del principale asset patrimoniale. Il tribunale di Reggio Calabria ha, così, respinto le contestazioni verso la Reggina, escluse quelle dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps e dell’Inail che si opponevano alla proposta dello stralcio del 5% dei crediti. La mancata omologazione – infatti – “avrebbe comportato la perdita del patrimonio aziendale, poiché il default determinerebbe l’impossibilità, in caso di apertura della liquidazione giudiziale, di cedere il titolo sportivo e l’impossibilità di creare nuovi flussi di cassa”.