Adolfo Praga, ex membro del Cda della Sampdoria, in ottica cessione, ha commentato la possibilità dell’arrivo della finanza esterna per i concordati di Ferrero
Il futuro della Sampdoria è appeso a un filo. Il Cda sta continuando a lavorare, insieme all’avvocato Eugenio Bissocoli, alla procedura di composizione negoziata, ma essa dipende anche dalla liquidità presente nelle casse. Che, al momento, non sembra poter prescindere da un aumento di capitale.
Alla Sampdoria servono soldi per poter garantire continuità aziendale e saldare i prossimi pagamenti, tra cui quello più imminente di fine maggio delle prime tre mensilità del 2023. La soluzione pensata per trovare i circa 35 milioni che servirebbero è il bond convertibile, ma la strada è tortuosa. C’è poi, in ballo, la questione dei concordati.
Cessione Sampdoria, Praga e la finanza esterna ai concordati
Cessione Sampdoria, Praga: finanza esterna per i concordati di Ferrero? Fantascienza
LEGGI ANCHE Sampdoria, Lombardo ricorda Vialli: dall’arrivo a Genova all’ultimo incontro…
Adolfo Praga, membro del Cda della Sampdoria fino al 2020, ha commentato la situazione economica ai microfoni di Radio Music For Peace, durante la trasmissione Frequenze Blucerchiate. L’idea di un apporto di finanza esterna alla proprietà per i concordati, per Praga, sembra addirittura fantascientifica.
Dopo l’ipotesi – tramontata – di Cerberus e Redstone, vengono inoltre definite solo come boutade le questioni inerenti ai vari sceicchi ed emiri, con un riferimento che sembra ad Al Thani:
Escludo che sia possibile. La scorsa estate, l’ipotesi Redstone-Cerberus era seria. Tramontata quella, a parte qualche boutade di mediatori sull’impegno di sceicchi, sultani o emiri, pensare di portare di pensare soldi alla proprietà per i concordati mi sembra fantascientifica.
I soggetti interessati ci sono, ma non per i concordati romani:
Il punto in questa vicenda è che la proprietà fino a un certo momento aveva la possibilità di scegliere, poi magari le scelte come tifosi non piacevano, ma ci stava. Oggi se la proprietà fosse ragionevole dovrebbe adoperarsi per trovare una soluzione. Dal mio punto di vista la proprietà sta spostando il discorso non sugli interessi della Sampdoria e dei suoi dipendenti, ma sulla tutela degli interessi personali. Il Cda può anche proporre quello che vuole, ma se l’azionista vota contro non se ne esce. Il problema di questa vicenda è l’azionista, poi bisogna che ci siano soggetti interessati e mi sembra che ce ne siano, ma non certo per far arrivare i soldi ai concordati romani