Cessione Sampdoria, su una cosa Vidal ha certamente ragione: la trattativa sarà gestita da Massimo Ferrero.
Dopo il documento che vi abbiamo proposto ieri (ESCLUSIVO: Sampdoria in vendita, ecco i documenti) e con l’intervista concessa da Gianluca Vidal, il professionista che segue da vicino i concordati Farvem ed Eleven Finance, proviamo a capire cosa può succedere adesso.
Secondo Vidal, gli scenari sono quattro e non prevedono un obbligo di cessione per Massimo Ferrero (Cessione Sampdoria, Vidal: “Ferrero non è costretto a vendere”). Su questo punto noi non siamo convinti, e avremmo alcune domande da fare all'”Uomo dei conti”, che, in ultima analisi, è quello che conosce TUTTI i documenti e non solo una parte, come chi scrive.
Non solo. Il prezzo di valutazione della Sampdoria, 110 milioni, è un “equity value”, un valore al netto posizione finanziaria ossia che non include investimenti, liquidità e debiti. Un valore molto diverso dai 40 milioni per i quali è iscritta nell’ultimo bilancio della Sport Spettacolo Holding.
LEGGI ANCHE Cessione Sampdoria, Gianluca Vidal: “Ecco quanto vale il club”
Il meccanismo del trust per come concepito non estromette Massimo Ferrero dalle trattative.
Come spiegato in un approfondito studio del Consiglio Nazionale del Notariato, il c.d. trust di salvataggio può essere endoconcorsuale o come nel caso che riguarda la nostra Sampdoria, extraconcorsuale.
Nel primo caso come trustee (amministratore fiduciario) ci sarebbero il commissario giudiziale e i creditori avrebbero il ruolo di “guardiani”, vigilando che il trust venga effettivamente gestito con il vincolo predisposto e nell’interesse dei beneficiari.
Ma nel nostro caso, il trustee è Vidal, dunque il braccio destro di Massimo Ferrero. E’ a loro che dovrà rivolgersi un possibile acquirente. E’ con loro che dovrà negoziare l’offerta, che avrà necessariamente come punto di partenza il valore di Deloitte. Che però è un valore teorico, perchè il prezzo lo fa il mercato.
Il Giudice Delegato dei concordati non avrebbe voce in capitolo e non potrebbe costringere Ferrero ad accettare un’ offerta diversa, anche molto più bassa. Ma ovviamente, siccome il trust è uno dei pilastri del piano di concordato, trarrebbe le sue conseguenze, ad esempio facendo fallire Eleven Finance.
La cosa positiva, per chi si auspica una cessione, è che comunque i margini di manovra per Massimo Ferrero sono molto più ristretti rispetto alla trattativa con Vialli. Perchè comunque c’è un Tribunale a cui rendere conto, un Giudice a cui portare una certa cifra.
Insomma, la partita è complicata. Proviamo a districarci.