L’emergenza Coronavirus potrà cambiare per sempre il tifo allo stadio: ultras seduti, scanner termici e mascherine
L’emergenza Coronavirus cambierà anche il modo di tifare. Non si sa ancora quando si potrà tornare allo stadio – dalla Emory University di Atlanta si parla di un anno e mezzo senza pubblico – ma certamente cambieranno molte cose. Per parlare di ingressi allo stadio bisognerebbe già essere nella fase 3, e ancora non si è alla 2, ma i club più all’avanguardia stanno già valutando il da farsi.
Sarà fondamentale abbattere i contatti, partendo da ingressi e uscite scaglionate. Poi si sta ragionando sugli scanner corporei per la temperatura e la possibilità di indossare mascherine (magari della propria squadra). Quest’ultime impediscono l’identificazione del tifoso, ma si potrebbe optare per la sola esibizione del documento d’identità. Anche dentro potrebbero cambiare molte cose: sarà incentivato l’uso dello smartphone per i pagamenti, evitando lo scambio di banconote.
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Capitolo tifosi. Almeno per i primi tempi potremmo dire addio alla visione delle curve in piedi. Per controllare meglio, infatti, anche gli ultras potrebbero essere costretti a stare seduti e, almeno nella prima fase, si sta valutando la disposizione a scacchiera.
L’architetto Alessandro Zoppin sulla questione stadi ha poi dichiarato: “Sul medio termine, poi, si dovrà provvedere con la sanificazione di tutti gli spazi comuni, a cominciare dai bagni, e avere strutture adattabili con seggiolini che si possono abbassare”.
Si prospettano molti cambiamenti, quindi, con il tifo allo stadio che non sarà più come prima dopo l’emergenza Coronavirus.