Per risolvere la crisi, il Cda della Sampdoria ha convocato un’assemblea degli azionisti: la riduzione del debito sarà utile solo con un impegno vincolante
Ora ci sono delle date. Il comunicato diffuso dalla Sampdoria, con cui il Cda ha annunciato un’assemblea degli azionisti per il 26 maggio alle 15:00 e, in seconda convocazione, per il 29, mette dei paletti. All’ordine del giorno, come riportato in modo molto chiaro, ci sono le “operazioni sul capitale”. A quattro e un giorno dalla scadenza per il pagamento degli stipendi.
Il Cda sta cercando in tutti i modi di evitare la liquidazione giudiziale, ovverosia il fallimento, che significherebbe ripartenza dalla Serie A. Nel comunicato ha sottolineato di aver individuato un piano di ristrutturazione per la società, sfruttando le norme Noif. Serve, però, un investitore. Qualcuno che, tramite aumento di capitale o bond, metta almeno 30 milioni nella Sampdoria.
Crisi Sampdoria, il Cda punta a ridurre i debiti del 50%
Crisi Sampdoria, Cda: piano per dimezzare il debito. Ma serve impegno vincolante
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Il piano di Marco Lanna, Alberto Bosco, Gianni Panconi e Antonio Romei è chiaro. Sfruttando l’articolo 57 del Codice della Crisi d’impresa, i debiti che affliggono la Sampdoria potrebbero essere ridotti di circa il 50%. Una cosa non da poco per un eventuale investitore.
Questa operazione, però, ha bisogno di qualcuno che immetta – poi – i soldi nella società. Altrimenti, come scritto dal Secolo XIX, diventa inutile. Il Cda vuole un’opzione concreta. Chi vuole salvare la società blucerchiata deve intervenire con un impegno vincolante. C’è tempo fino al 29 maggio. Poi basta.