La cessione della Sampdoria di Ferrero tiene banco da mesi, Il Fatto Quotidiano ha voluto analizzare la crisi dei conti della società…
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un lungo articolo dove analizza passo per passo la situazione della Sampdoria. Soffermandosi soprattutto sulla figura del proprietario: Massimo Ferrero. Società in vendita da mesi, ma alla fine nessuna trattativa (o presunta tale) non arriva mai a compimento. Ecco alcuni estratti dell’articolo:
L’ultimo bilancio non in perdita dei doriani risale al 2018, chiuso con un utile di 12 milioni. Poi si è passati a -13 milioni (2019), -14.3 (2020), -24 (2021) fino a i -25 stimati per il 2022. In questo periodo si è assistito all’incremento sia del passivo (180 milioni nel 2018, 205 nel 2021) che dell’indebitamento a breve, ovvero di tutti quei debiti da pagare entro 12 mesi (136 milioni nel 2019, 174 nel 2021, con stima di 200 milioni per il 2022), a fronte di una struttura patrimoniale rimasta pressoché immutata (45 milioni nel 2018, 49 nel 2022).
Una sproporzione insostenibile senza un adeguato intervento della proprietà attraverso una ricapitalizzazione. Ma i soldi i Ferrero se li sono sempre fatti prestare, come mostrato dalla voce riguardante i debiti verso le banche, passati dai 9 milioni nel 2018 agli oltre 71 del 2021, e verso altri finanziatori (16 milioni nel 2018, 23 nel 2021).
I conti della società
Crisi Sampdoria, Il Fatto Quotidiano: i conti insostenibili di Ferrero
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Nel mezzo c’è stato il Covid-19, che se da un lato ha fatto crollare la grande fonte di ricavi della Samp. Ovvero il player trading (75 milioni di ricavi nel 2018, 6 nel 2021), dall’altro ha permesso a Ferrero e alla società di respirare grazie all’accesso ad agevolazioni e misure di sostegno messe in atto dallo stato. Su tutte il prestito SACE (Sezione speciale per l’Assicurazione del Credito all’Esportazione), ovvero un prestito garantito dallo Stato alle banche. Con il primo destinato a subentrare al debitore nel caso di insolvenza di quest’ultimo, e quindi privo di rischio per le banche.
La Sampdoria ha chiesto e ottenuto oltre 65 milioni di euro di finanziamento assistiti da garanzia SACE. Ma questa nuova iniezione di denaro proveniente dall’esterno ha portato l’indebitamento finanziario netto a oltre 90 milioni di euro. Superiore sia al valore del fatturato netto che al valore della produzione. Un esito non sorprendente quando l’unica strategia è quella di pagare i debiti facendo altri debiti.
Oltre alle ingenti passività sopra citate, già di per sé poco attraenti per un potenziale investitore, c’è anche una governance debole. Rappresentata dai tre Consigli di amministrazione cambiati negli ultimi quattro anni e composti in buona parte da persone di diretta emanazione della proprietà (Ferrero e il su commercialista Gianluca Vidal). E soprattutto la citata interrelazione tra i crediti del mondo imprenditoriale di Ferrero e della Sampdoria. Quest’ultimo, cruciale punto merita una spiegazione.
Nel bilancio 2021 è presente una voce che qualsiasi investitore osserverà con molta attenzione, ed è quella relativa ai rapporti con parti correlate. Nel 2020 è stato creato un da Vidal un trust, denominato Rosan, per gestire i rischi di insolvenza personali di Ferrero. Togliendo le quote della Sampdoria dalla Holding Max, di proprietà della famiglia, per “isolare” la Samp da qualsiasi eventuale procedimento in capo alla holding.
Ma nel Rosan trust sono confluite le quote della holding Sport e Spettacolo, la scatola che deteneva in origine il club, che alla prima voce riguarda, appunto, il pacchetto azionario di maggioranza della Samp. E alla seconda le società cinematografiche di Ferrero. Tra le quali c’è la Eleven Finance, attualmente in default e a un passo dall’iter fallimentare. Questo significa che gli introiti del pacchetto azionario della Samp potrebbero andare a soddisfare i creditori della “parte correlata”. Ovvero Eleven Finance. Investire soldi con il rischio che una parte venga utilizzata per tappare i buchi di un’altra società non appare propriamente allettante.