La Sampdoria è in crisi, in grande difficoltà: Dejan Stankovic sta provando diversi vestiti alla squadra ma sono tutti di Giampaolo…
La luce si è di nuovo spenta. Ed è tornato il buio completo. Se le prime gare con Stankovic in panchina sembravano aver dato quantomeno una scossa sul piano caratteriale (soprattutto quelle di Bologna e Cremona) ora pare essere tornati a poco più di un mese fa.
La sconfitta della Sampdoria con la Fiorentina mi ha ricordato molto quella col Monza dello scorso 2 ottobre, sempre a Marassi: una squadra mai in partita, senza idee, senza gioco e quasi arrendevole, incapace cioè di lottare per portare a casa un risultato positivo.
Certo i Viola sono una buona squadra, partecipano alle coppe europeee e tutto il resto: però se facciamo questo discorso tutte le settimane allora vuol dire che i blucerchiati devono partire già battuti in partenza quasi ogni domenica e invece le partite vanno giocate e sudate sul campo.
E c’è anche modo e modo di perdere. Se a Milano con l’Inter la partita era durata 20 minuti – sino al goal di De Vrij – stavolta sono bastati solo 4 minuti alla Fiorentina per chiudere il match di fatto con la rete di Bonaventura. Tutto troppo facile, pur riconoscendo le qualità e l’organizzazione di gioco della squadra di Vincenzo Italiano.
Crisi Sampdoria, Stankovic non ha tutte le colpe
È ingeneroso dare le colpe a Dejan Stankovic. Il tecnico è stato catapultato in una situazione complicatissima e alla Samp da sole 5 giornate. Ma bisogna sottolineare anche, come ha ammesso lui stesso con grande onestà, che per il momento il mister serbo non ha ancora trovato il vestito giusto per questa Sampdoria.
Tra continui cambi di modulo e scelte tecniche spesso rivedibili, ad oggi in questa nuova Samp regna la confusione. Non esiste una vera idea di gioco, ma ribadisco che prendersela oggi con Stankovic – che pure avrà le sue colpe e che si è già messo in discussione dopo la sconfitta di domenica – sarebbe a dir poco limitativo e ingeneroso.
Anche perché mi pare che questo gruppo di giocatori non abbia certo bisogno di altri alibi per provare a nascondere i propri fallimenti: già, perché forse sarebbe il caso di pretendere qualcosa di più in generale da tutti i giocatori di questa Sampdoria, nessuno escluso.
Sei punti in 13 partite sono uno score da film dell’orrore, da retrocessione in B senza passare dal via. Poi certo non è colpa solo dei calciatori o degli allenatori (Giampaolo prima e ora Stankovic): la crisi blucerchiata com’è noto nasce in primis dalle difficoltà societarie e da un club di fatto commissariato in attesa di una cessione che come Godot non sembra arrivare mai.
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Se in estate tutto sommato le mosse di mercato – considerando le difficoltà oggettive di cassa – erano parse intelligenti, oggi il bilancio sul campo parla diversamente. Quello che avrebbe dovuto essere un grande colpo, ovvero Winks, sin qui non si è mai visto (chi ha deciso di acquistarlo si prenda le responsabilità del clamoroso flop), Djuricic si è visto solo a sprazzi, Villar ad oggi è una delusione, Pussetto è poco più che un comprimario, Amione un difensore volenteroso che di sicuro dovrà sgrezzarsi un po’ per giocare a certi livelli.
Tutto questo considerando i giocatori persi in uscita: se le partenze di Thorsby e Candreva (ritenuti sacrificabili da Giampaolo, questo va ricordato) si sentono più di tutte, forse oggi viene da ripensare con rimpianto anche al mancato rinnovo di Ekdal che con lo Spezia non si sta comportando male.
Sulla cessione di Damsgaard, viste le cifre in ballo e se vogliamo anche alla luce delle condizioni del giocatore, era invece impossibile dire di no.
Troppo facile però oggi il gioco dei se e dei ma, visto che in estate le mosse di mercato erano parse nel complesso anche abbastanza funzionali rispetto alla contigenza di una società che necessitava di fare cassa e di una squadra chiamata a chiudere almeno al quart’ultimo posto.
La Sampdoria di Stankovic può ancora salvarsi
Obiettivo che intendiamoci è ancora alla portata, nonostante la pochezza offerta sin qui dalla Samp, visto che – un po’ come era capitato l’anno scorso – ci sono altre squadre nella zona bassa come Verona, Cremonese, Lecce e Spezia che stanno facendo a gara coi blucerchiati a chi fa peggio.
La vera rabbia nasce dal fatto che in un campionato di livello così basso basterebbe davvero poco ai blucerchiati per muovere la classifica e provare a uscire dalle sabbie mobili. Serve però tutto un altro spirito, un altro atteggiamento. Ancor prima degli schemi e delle tattiche.
Oggi la Sampdoria scende in campo spesso già battuta, non appena subisce goal si estranea dalla lotta e sparisce. Penso che in questo momento Stankovic farebbe bene ad affidarsi ai giocatori di maggiore esperienza – come Murillo, Rincon e ovviamente Quagliarella – per dare una scossa vera alla squadra in termini temperamentali. Questo ovviamente al di là del minutaggio dei singoli giocatori.
Poi è evidente che ci siano delle difficoltà palesi per gli stessi singoli (Caputo per esempio continua a giocare tutte le partite ma sta disputando sin qui il suo peggior campionato in carriera) e che servano anche delle scelte diverse, come in parte ha già fatto Stankovic, per dare un segnale al gruppo e provare a sterzare una strada in salita.
Ma prima o poi bisogna trovare un punto, fermarsi e capire davvero quale sia il vestito giusto per questa squadra. E i giocatori devono aiutare l’allenatore a farlo. Perché nessuno si salva da solo.