Dopo le analisi su Kaique Rocha e Felice D’Amico, si prosegue con i gioielli del vivaio blucerchiato: oggi tocca a Canovi, 2001 con la Sampdoria nel sangue
Davide Canovi e la Sampdoria. Una storia d’amore nata nel 2009, quando i blucerchiati mettono gli occhi su quel bambino promettente che gioca nel Borgoratti. Da lì undici anni di sogno per Canovi, blucerchiato nel dna grazie, in primis, alla passione trasmessa dal nonno. Un sogno che, come dichiarato dal ragazzo in esclusiva a ClubDoria46, potrebbe diventare ancora più bello con l’esordio in prima squadra.
Canovi ha appena compiuto 19 anni, ma sa come bruciare le tappe. Come quando, a 16 anni, il 16 settembre 2017, debuttò in Primavera nel corso della partita persa per 5-2 contro la Fiorentina. Quell’anno furono sette le presenze con l’Under 19, con una rete, alternate da ben 22 presenze, tre goal e il primo derby vinto, a ottobre, con l’Under 17. Una sola macchia: la squalifica per tre giornate dopo il derby del 25 febbraio 2019.
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Nella stagione seguente, grazie alla fiducia di mister Pavan, ecco l’arrivo in pianta stabile in Primavera. In due anni, prima con Pavan, poi con Cottava, ecco 30 presenze, di cui 23 da centrocampista centrale. Lo scorso anno ha dato il meglio di sé come interno nel 4-4-2, mentre in questa stagione ha giocato sia da mezzala nel 3-5-2 sia da esterno sinistro.
Mancino naturale, Canovi ha le caratteristiche per fare il centrocampista centrale di qualità. Ha molta tecnica e buona corsa, ma pecca un po’ nella fase di non possesso, in particolare nel recupero palla. Un anno fa diceva di ispirarsi a Praet, anche lui mancino e anche lui centrocampista. Chissà che possa ripercorrere le orme dell’ex 10 blucerchiato. Il futuro, sicuramente, è dalla sua parte.