Scommesse sportive ed errori nelle quote, l’opinione di ADM e tutto ciò che c’è da sapere per essere tutelati
Il gioco d’azzardo online è diventata una delle attività di intrattenimento più amate dal pubblico italiano, affermandosi in modo deciso soprattutto negli ultimi 2 anni. Merito di questo successo è legato al lavoro che viene svolto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che non solo regola l’intero settore, ma assegna anche le licenze per gli operatori e per i siti di CasinoDeps.it per scommettere in Italia, permettendo così a queste piattaforme di poter lavorare in modo legale.
Ma nonostante il controllo attento, ci sono stati alcuni casi recenti che hanno fatto tremare un po’ l’ADM. Parliamo degli errori legati alle quote delle scommesse sportive, contestate anche dai tribunali a causa della posizione conservatrice da parte dell’Autorità. Cerchiamo di fare chiarezza e capire meglio che cos’è successo e in particolare quali sono le posizioni prese dalle diverse parti che si trovano coinvolte!
Il punto di vista dell’ADM sulle quote errate
Era il 2013 quando si sollevò una prima polemica che obbligo l’ADM a prendere una posizione netta. L’Autorità italiana, parlando di quote, aveva spiegato che nonostante eventuali evidenti errori sulle quote, fosse doveroso pagare la scommessa. Quest’ultima in questo caso doveva essere considerata come un rischio d’impresa da parte del bookmaker. E da allora che cos’è cambiato? Non molto in realtà, visto che la posizione presa quasi 10 anni fa si è fortificata! Grazie alla disposizione del decreto italiano sulle scommesse è stato quindi stabilito che:
- Tutte le puntate registrate dal sistema ADM sono considerate valide;
- L’errore nelle quote può non essere chiaramente considerato riconoscibile e diventa difficile fare una valutazione psicologica dei giocatori nel momento in cui giocano.
Ma cosa dicono in questo caso gli operatori delle scommesse sportive?
La posizione così netta presa da parte dei piani alti dell’ADM ha fatto un po’ arrabbiare gli operatori che si sono trovati a far fronte a una serie di problemi. Ma soprattutto ai cosiddetti “ricatti” che, a detta loro, possono mettere in atto i giocatori. Gli utenti iscritti che scommettono infatti possono richiedere le vincite anche se l’errore è considerato palesemente riconoscibile.
A quel punto un operatore può scegliere se trovare un accordo, oppure procedere con un procedimento giudiziario. Quest’ultimo passaggio però non è mai troppo vantaggioso, poiché la maggior parte dei tribunali italiani in materia, negli ultimi casi, non sembra favorire i bookmaker.
Scommesse sportive, la posizione dei tribunali
Errori nelle quote delle scommesse sportive: opinione di ADM
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Rispetto all’errore sulle quote la situazione è stata confermata dal Tribunale di Rimini nel 2015 e dalla Corte d’Appello di Firenze nel 2017. È infatti emerso che deve “essere garantito il pagamento ai vincitori”, pur riconoscendo che bisogna escluderlo se il giocatore si vuole approfittare della situazione davanti a errore evidente. In quest’ultimo caso, quando l’errore è palese, la scommessa viene annullata e l’importo della stessa va rimborsato.
Da parte sua però, in tempi più recenti, l’ADM non ha ancora emesso una comunicazione ufficiale che possa andare ad aggiornare quanto riportato nella circolare del 2013. E tutto ciò potrebbe contribuire a rendere sempre più difficile la gestione della situazione, almeno da parte degli operatori. Come abbiamo detto infatti sono proprio loro a chiedere supporto, poiché non si sentono di affrontare un contenzioso giudiziario e si trovano quindi a cercare un modo per risolvere la controversia nel minor tempo possibile.
Ma questo spinge poi a una serie di comportamenti altrettanto scorretti: ci sono infatti dei giocatori che controllano il web in modo attento per riuscire così a trovare errori che poi vanno a sfruttare. Non siamo qui a dire che gli operatori siano vittime, ma con questo comportamento sicuramente diventano la parte più debole che si trova davvero a fare i conti con il “ricatto” del giocatore abituato a fare il “furbetto”.