Il settore giovanile della Sampdoria fatica a offrire talenti alla prima squadra: ClubDoria46 ha intervistato in esclusiva Marco Lanna, l’unico genovese ad aver vinto qualcosa con la squadra della sua città…
Dopo gli approfondimenti su Raspa, D’Amico, Canovi e Rocha, i quattro gioielli del vivaio della Sampdoria, continua il lavoro di ClubDoria46 sul settore giovanile blucerchiato. Questa volta abbiamo raccolto, in esclusiva, il parere di Marco Lanna, blucerchiato doc e unico genovese della generazione d’oro dello scudetto del 1991.
In questi anni il settore giovanile della Sampdoria ha fatto fatica a dare giovani alla prima squadra, come mai non riescono a emergere i giovani blucerchiati?
Non credo che il settore giovanile della Sampdoria stia lavorando male, ma il problema è un altro. ll bacino d’utenza di Genova e della Liguria è minore rispetto a Piemonte, Lombardia, Lazio e Campania che sono le regioni che danno più giocatori al professionismo. Magari c’è chi investe più soldi, ma obiettivamente credo che sia una fonte di ricavo troppo importante per la Sampdoria.
Rispetto agli trent’anni fa il calcio, e quindi i settori giovanili, sono cambiati.
Rispetto ai miei tempi il mercato estero è più ampio e così la concorrenza per i giocatori italiani. Anche i settori preferiscono comprare all’estero piuttosto che cercare in Italia perché i costi sono inferiori. Noi italiani abbiamo costi alti infatti è più facile che noi compriamo dall’estero, piuttosto che il contrario. Mi viene in mente Macheda, ma è un caso piuttosto isolato.
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Non crede che in questo momento storico, con il mercato compromesso dalla pandemia, si possa avere più coraggio per puntare sui giovani della Primavera?
La Sampdoria ha avuto un anno particolare. Mettere in campo dei giovani nelle condizioni di quest’anno non è facile. Meglio inserire giovani in una situazione tranquilla. La classifica della prima squadra e la forza della prima squadra influisce. O un giocatore è un fenomeno, come Totti ai miei tempi, oppure deve essere inserito e aspettato in una squadra che funziona. Io ho avuto la fortuna di allenarmi un anno con la prima squadra prima di esordire con la Sampdoria.
Non sempre, poi, i prestiti, magari in serie minori possono servire.
Non sempre con il prestito possono crescere, vanno aiutati. Ci sono politiche societarie che spesso non servono al giocatore. Lì deve essere la società a seguire e avere un potere che possa aiutare l’inserimento e la crescita dei giovani.
Chi sarà l’uomo in decisivo per questo finale di stagione?
Servirà esperienza per gestire molte partite ravvicinate. E qui avere Ranieri aiuterà, è una persona in gamba che conosce bene le dinamiche dello spogliatoio. Quagliarella è un buon leader che può aiutare giovani e non a esprimersi. Potrà fare la differenza, ma va gestito. In questo senso possano dare una mano giovani come Bonazzoli, che ha già fatto vedere buone cose, e La Gumina. La freschezza dei giovani può essere decisiva per dare lo sprint nei momenti di stanchezza.