Il difensore Alessandro Bastrini, attualmente in forza al Lecco, racconta in diretta instagram con Favole di Calcio la sua esperienza in blucerchiato, con qualche rammarico.
Non tutti i tifosi blucerchiati si ricorderanno di questo ragazzo, oggi 33enne, che a 19 anni approdò alla Sampdoria di Novellino ( e poi di Mazzarri), nella quale ha giocato 19 partite in due stagioni, tra prima squadra e primavera.
Ma Alessandro si ricorda benissimo quell’esperienza con la maglia più bella del mondo e la racconta con piacere. ClubDoria46 gli ha fatto qualche domanda…
Com’è iniziata la sua avventura alla Sampdoria?
Avevo 19 anni anni ed giocavo nel Como, che però non voleva lasciarmi andare a Genova. Allora ho dovuto fare 6 mesi in Svizzera al Chiasso per svincolarmi, facendo solo allenamenti . Lì il direttore sportivo era il fratello di Beppe Marotta, allora DS della Samp, che mi ha aspettato…
E poi com’è andata?
Un’esperienza stupenda anche se ero molto giovane. Mi sono innamorato della città e della tifoseria fantastica. Peccato perchè non me la sono goduta pienamente, non avevo la maturità giusta per rendermi conto di cosa mi stava succedendo.
Però è riuscito a disputare anche una partita in Coppa Uefa…
E chi se lo dimentica! Era una partita con l’Aalborg, giocare Marassi poi è indescrivibile, uno degli stadi più belli d’Italia. Mi è rimasto nel cuore, sia per i tifosi, sia perchè è tutto molto raccolto, amplificato…
Invece in campionato?
Inizialmente ci ero rimasto male perchè Novellino mi aveva fatto credere che fosse arrivato il mio turno con l’Udinese e invece niente. Giocai qualche minuto solo la partita successiva con il Livorno e fu bellissimo. Ma il ricordo forse più bello di tutta la mia carriera è stato nella prima partita da titolare, a Reggio Calabria. Giocai tutta la partita contro la Reggina e Quagliarella segno in mezza rovesciata su calcio d’angolo.
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Com’era il livello di quel campionato?
Sicuramente altissimo. Ho giocato tre partite contro l’Inter in una settimana tra campionato e Coppa Italia (e per questo ringrazierò sempre Novellino!). Ho avuto di fronte gente come Figo, Recoba, Zanetti, Vieira, Cordoba…
Com’era il rapporto con i veterani blucerchiati?
Un bellissimo rapporto con tutti, anche perchè io mi rapportavo con umiltà ed educazione e questo era importante. Da Bazzani ho preso tante di quelle gomitate in allenamento (ride, ndr) perchè era “spigoloso”. Ma comunque erano tutti disponibilissimi verso noi giovani, anche perchè volevamo davvero imparare da loro.
Con gli allenatori invece?
Premetto che il mio maestro ed amico è stato Stefano Borgonovo, che ho avuto la fortuna di avere al Como e con cui siamo rimasti in contatto sempre anche dopo, mi ha sempre seguito. Ma Novellino e Mazzarri sono grandi allenatori, ho sempre fatto il massimo per mettere in pratica i loro insegnamenti.
E’ ancora in contatto con qualcuno degli ex compagni in blucerchiato?
Si, certo! Salvatore “Lillo” Foti l’ho appena sentito, con Luigi Sala ci siamo visti poco tempo fa, con il Capitano Volpi ogni tanto ci sentiamo, come con Angelo Palombo… insomma con po’ di loro ho mantenuto bei rapporti…
Pensa che rispetto ai suoi tempi un ragazzo adesso abbia più possibilità di emergere o ora è più difficile?
Secondo me ora, se un giovane ha qualità può emergere più facilmente. Se hai 20 anni, ti buttano a giocare in Serie A, giochi bene 3/4 partite e subito ti girano ad altre squadre e fai esperienza. Questo perchè il livello tecnico della Serie A si è abbassato molto.
Ringraziamo Favole di Calcio e Alessandro Bastrini per la disponibilità.