L’agente di Ivanovic, ex attaccante della Sampdoria Primavera, torna sul mancato riscatto del giocatore, che la nuova proprietà non ha voluto trattenere
La Sampdoria si è lasciata sfuggire un talento? È quello che pensa Vlado Morozan, agente di Mihailo Ivanovic, classe 2004 che due anni fa era arrivato a Genova per unirsi alla Primavera. Considerato allora uno dei migliori talenti del calcio serbo, aveva collezionato 31 presenze in maglia blucerchiata, con 6 goal e 6 assist. Era l’anno in cui c’era il rischio fallimento in atto, con il miracoloso salvataggio della società da parte di Matteo Manfredi e Andrea Radrizzani.
In quei mesi concitati di ricostruzione quasi totale a livello dirigenziale e tecnico, la Sampdoria non ha riscattato Mihailo Ivanovic. Lo ha lasciato ritornare al Vojvodina, squadra da cui l’aveva prelevato, anche se aveva convinto i dirigenti della sua unica stagione a Genova. Ma l’agente, in un’intervista a Tuttomercatoweb, ha punzecchiato proprio la dirigenza nuova, quella arrivata dopo il fallimento. Che non ha avuto la lungimiranza di riscattarlo:
Due anni e mezzo fa era alla Sampdoria, poi dopo aver fatto un anno ha esordito contro il Napoli al posto di Quagliarella. Quindi è cambiata la proprietà e purtroppo la Sampdoria non l’ha riscattato. In un modo anche un po’ inspiegabile: aveva dimostrato di essere un prospetto importante e non ci hanno nemmeno provato. Forse non c’era tempo, di sicuro c’era confusione, però neanche hanno fatto un tentativo
Ex Sampdoria, l’agente Ivanovic: “Sarebbe rimasto volentieri, non hanno saputo apprezzarlo”
Ex Sampdoria, l’agente di Mihailo Ivanovic: voleva restare, mancato riscatto inspiegabile…
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Così che adesso Ivanovic, dopo una buona stagione in prima squadra al Vojvodina (con cui si è guadagnato la prima convocazione con la Serbia), si è trasferito al Millwall, nella Serie B inglese. Con cui ha totalizzato 24 presenze e 5 goal. In Inghilterra sta riscuotendo un discreto successo e, per questo, l’agente Morozan è contento, ma è dispiaciuto per la Sampdoria. Perché l’attaccante ventenne sarebbe rimasto volentieri a Genova, ma la dirigenza blucerchiata, a dire del procuratore, ha avuto scarsa propensione al rischio, tipica del calcio italiano:
In Italia si parla molto dei giovani e di come farli giocare, ma il problema è culturale. C’è poca propensione al rischio, come in questo caso. Mi dispiace per la Sampdoria, perché lui la adorava e la adora tuttora, è andato via senza apparenti motivazioni. Però devo dire che la dirigenza aveva visto bene… E il capitale l’avevano lasciato, chi è venuto dopo però non ha saputo apprezzarlo