L’intervista continua, sulla pagina in diretta Instagram di ClubDoria46. Dopo aver ripercorso l’esperienza in blucerchiato, parliamo del presente. Il corso a Coverciano e ovviamente Coronavirus…
La Sampdoria è stata uno delle società più colpite dal coronavirus. Che idea ti sei fatto della situazione?
Intanto bisogna vedere se tutte le altre società sono state trasparenti come la Sampdoria…ma questo è un mio pensiero. Ho sentito spesso il dottor Baldari in quest’ulimo periodo, se l’è vista brutta ma adesso sta bene e sono felice per lui che è una persona splendida. Però in queste condizioni non ha senso continuare…E’ anche la posizione che abbiamo come società Lugano e che presenteremo in Lega. Fermiamoci e riprendiamo l’anno prossimo.
Tornando all’attuale ruolo dirigenziale, come vive da ex calciatore il rapporto con i giocatori?
Cerco soprattuto di aiutare i ragazzi più giovani… tento di portare le mie esperienze positive e negative. Ci tengo molto perché Lugano è una società trampolino, abbiamo lanciato un po’ di giovani. Qui ti giochi il campionato in una piazza tranquilla ma la professionalità richiesta è comunque importante anche perché il livello del campionato svizzero è cresciuto.
I ragazzi più promettenti del campionato svizzero sarebbero già pronti per la serie A?
Non c’è più una differenza abissale tra campionato svizzero e serie A… ma una passaggio in una serie B di buon livello è necessario. Poi ho visto che la Samp ha dato qualche ragazzo in Lega Pro alla Vis Pesaro…forse era meglio mandarli qua da noi a Lugano (ride, ndr)… il livello è comunque più alto e c’è anche l’Europa League da giocare.
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Ci racconta com’è andata a Coverciano, al corso da direttore sportivo?
E’ stata una bellissima esperienza, ho ritrovato un sacco di compagni della Samp come Antonio Cassano e Nicola Pozzi, tante altre persone stupende come Sergio Pellisier con cui è nata davvero una bella amicizia.
Allora la domanda è d’obbligo… Cassano può fare il direttore sportivo o più un talent scout, un osservatore?
(nel frattempo in diretta Franco Semioli invita Padalino a raccontare un aneddoto su Cassano…Marco ride) Allora Antonio scherza sempre, ok…ma vi assicuro che quando parla di calcio è serio e professionale e ne capisce veramente. Come lui non ce ne sono… Ci ho parlato tanto nei tre mesi di corso e ci sentiamo ancora spesso, lo chiamo per confrontarmi ed è veramente competente. So anche che si parla di lui alla Sampdoria... però…
Però?
Però non deve comportarsi come faceva da giocatore. Fare il direttore sportivo vuol dire tenere i rapporti con le altre società, i procuratori, i tuoi giocatori e tutti gli altri. Farà bene solo se deciderà di cambiare approccio…Sta a lui.
E Nicola Pozzi?
Nic secondo me può fare strada perchè è molto attento e preparato anche sugli aspetti psicologici dei giocatori, riesce a cogliere le situazioni e per gestire un gruppo è una dote fondamentale. Comunque senza dimenticare nessuno, devo dire che il livello degli ex calciatori al corso da DS era davvero alto…
A parte quelli citati, è rimasto in contatto con qualche altro ex blucerchiato?
Si, certo…Con Franco Semioli, che diventerà il prossimo allenatore del Torino (ride, ndr).Davvero, è veramente in gamba. Anche con Claudio Bellucci, che stava facendo bene ad Albisola…E poi Mirko Pieri, con cui siamo andati anche in vacanza insieme…allenava il Camaiore fino all’anno scorso…Posso aggiungere una cosa?
Certo!
Mi manca Genova, ogni tanto andavo a mangiare dallo Chef Ivano Ricchebono… Mia moglie è praticamente genovese. Adesso vive a Lugano ma non sta bene e vuole tornare…Magari in futuro…
Vuol dire che in futuro la vedremo ancora alla Sampdoria?
Allora, Lugano è la mia città e ci sto bene, la società è seria possiamo costruire un progetto importante in cui credo. Però non voglio radicarmi troppo e dire che resterò a vita al Lugano, perchè l’ambizione è importante e aiuta a crescere e a migliorare… Quindi se tra qualche anno ci sarà la possibilità di fare altre esperienze anche all’estero, le prenderò in considerazione…
Insomma, Marco Padalino giocatore era uno “di fisico” e legato alle emozioni. Ma il ragazzo non è cambiato, è cresciuto. Ed ha iniziato un percorso per il quale ha tutte le capacità per fare bene. E glielo auguriamo…magari a Genova, ovviamente dalla parte giusta.