Sampdoria-Verona non si doveva giocare. Duro lo sfogo di Eysseric: “Questo virus è stato sottovalutato sia in Francia che in Italia. Ora ne paghiamo le conseguenze”.
In questo momento si discute sulla possibilità di far proseguire o meno il campionato, ma forse il problema c’è stato a priori. Sì perché alcuni giocatori sono stati contagiati e ora si capisce che probabilmente le partite andavano interrotte prima.
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Questo è ciò che ha detto Valentin Eysseric, calciatore francese dell’Hellas Verona, in un’intervista rilasciata al quotidiano Le Parisien. Il trequartista era presente alla partita del Ferraris dell’8 marzo, dove Sampdoria ed Hellas Verona si sono sfidate a porte chiuse. “Qual era l’utilità delle porte chiuse quando poi dovevamo prendere il treno, l’autobus o l’aereo?” ha detto il francese nell’intervista, “Dormivamo in hotel, incontravamo arbitri, addetti alla sicurezza, giornalisti. Anche se non c’erano migliaia di persone sugli spalti il virus si propagava comunque. Doveva essere sospeso tutto prima”.
Ma il problema è che all’inizio il Covid-19 è stato sottovalutato, come ha constatato lo stesso Eysseric: “Sia in Francia che in Italia tutti dicevano che fosse solo una grande influenza, leggermente più grave. Lo prendevamo alla leggera, me compreso, anche se i dottori ci mettevano in guardia. Per questo poi i provvedimenti subito erano blandi. Ora invece ne paghiamo le conseguenze”.
E proprio dopo quel Sampdoria-Hellas Verona si è scoperta la positività dei giocatori blucerchiati, cosa che ha fatto spaventare Eysseric e compagni: “Abbiamo appreso dopo la partita che alcuni calciatori della Samp erano risultati positivi al virus. Ci è venuto un colpo. Quella partita non si doveva giocare, punto”.