Il giudice ha fatto cadere le accuse di diffamazione di Gasperini verso Ienca, per il caso di Sampdoria-Atalanta del marzo scorso
Gasperini si salva ancora. Per il giudice che sta curando il caso Ienca-Gasperini, le frasi rivolte dall’attuale tecnico dell’Atalanta al dirigente blucerchiato non furono diffamatorie. In particolare Gasperini, per giustificare la spinta data nel sottopassaggio del “Ferraris” in seguito alla sua espulsione durante Sampdoria-Atalanta, aveva accusato Ienca di “essere un provocatore e di essersi cercato l’avvenimento per recuperare un po’ di sampdorianità”. “Non obbligatoriamente – ha affermato il giudice – una frase non vera può essere vista come diffamatoria. Quelle di Gasperini furono affermazioni per giustificarsi”.
Ricostruiamo i fatti. Gasperini, ricordato per non stringere mai la mano all’allenatore avversario quando perde, quel 10 marzo perde il controllo per un rigore sacrosanto concesso da Fabbri per fallo di Gomez su Ramirez. Giustamente espulso, spinge Ienca nel tunnel che porta agli spogliatoi, giustificando il tutto affermando che il dirigente blucerchiato non avrebbe dovuto trovarsi lì. Sportivissimo.
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Il procedimento, aperto grazie a un filmato amatoriale, è ancora in corso: per il giudice, infatti, la versione di Gasperini non è aderente al video perché Ienca non fece nulla di provocatorio, né tantomeno si trovava dove non doveva.
La caduta delle accuse di diffamazione salva Gasperini, protagonista dell’ennesima uscita a vuoto, e non rende giustizia a Ienca, aggredito e offeso dall’allenatore nerazzurro.