Spuntano nuovi particolari del rapporto tra gli ultras del Genoa e Preziosi: nuove intercettazioni in cui si minaccia la squadra di andare in ritiro
Emergono nuovi particolari sulla vicenda che sta coinvolgendo gli ultras del Genoa, accusati di aver organizzato un’associazione a delinquere al fine di estorcere denaro alla società di Preziosi. Dalle intercettazioni risulta una grande confidenza tra Leopizzi, leader del tifo rossoblù, e i dirigenti.
Come nella telefonata del 15 marzo 2017 tra Leopizzi e Zarbano, amministratore delegato del Genoa, dopo un derby perso: “Si alzano alle 5 una volta nella vita…diversamente se partono alle 10 ci saranno 100 persone sveglie, e non voglio né feriti né denunciati”. Alla fine la squadra partirà, comunque, alle 10:30.
Oltre ai dirigenti, gli ultras avevano agganciato anche un membro della Digos. Leopizzi riferisce: “Se i giocatori si alleneranno a Genova sarà un disastro…non faremo prigionieri…c’è una soluzione…è la più intelligente…e ti dico qual è…ritiro”.
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La Procura di Genova, che aveva chiesto l’arresto per otto tifosi con l’accusa di associazione a delinquere, ritene che questi otto abbiano, per sette anni, tenuto sotto scacco la dirigenza del Genoa, condizionandone le vicende calcistiche e societarie. Secondo il giudice per le indagini preliminari Luisa Avanzino i rapporti distorti non sono indizi validi per procedere all’arresto.
La Procura, quindi, ha fatto ricorso al tribunale del Riesame di Genova, che dovrebbe presto pronunciarsi dopo la già avvenuta udienza.
In tutto questo il nome di Preziosi viene citato diverse volte, ma il presidente nega legami con gli ultrà. Intanto, però, è emersa la registrazione di una conversazione con Leopizzi in cui si fa riferimento alla famosa Genoa-Venezia, “comprata” dal grifone.