Il calciatore del Genoa Manolo Portanova è accusato, insieme al fratello e altre due persone, di violenza sessuale di gruppo e lesioni aggravate ai danni di una studentessa di Siena
Il pm di Siena Nicola Marini ha chiesto il rinvio a giudizio per Manolo Portanova, Alessio Langella e Alessandro Capiello con l’accusa di aver stuprato una giovane studentessa a Siena nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2021. I tre dovranno comparire davanti al giudice il 7 giugno e sono accusati di violenza sessuale di gruppo e lesioni personali.
Il Secolo ha riportato le parole riferite agli inquirenti. La sera di domenica 30 maggio, con il campionato finito da una settimana, Portanova ha invitato la ragazza in una casa che si è scoperto, poi, non essere quella del calciatore del Genoa:
Avevo chattato con Manolo, che alla fine mi aveva invitato a casa sua (l’appartamento è di un altro, ndr). Mi piaceva. A un certo punto ho sentito la presenza di altre persone che ridevano in camera da letto. Mi sono alzata con la scusa di prendere una bottiglia d’acqua e ho acceso la luce: davanti a me c’erano tre uomini nudi.
Portanova e le accuse di stupro: mezz’ora di violenze
Genoa, Portanova accusato di stupro: la testimonianza della vittima
LEGGI ANCHE Sampdoria, Giampaolo pronto a rinunciare a Candreva? Il punto
LEGGI ANCHE Calciomercato Milan, chi è Adrian Bernabé
Lei ha provato a fare resistenza, ma, come raccolto dalle indagini, è stata una mezzora di “violenze sessuali, percosse, sputi, insulti, accanimento animalesco sul suo corpo concepito come un oggetto”. La ragazza ha affermato di non essere riuscita né a fermarli, né a contattare l’amica con cui era:
Ho detto che non volevo, ma non si sono fermati. Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire, ma nessuno in realtà la cercava.
La studentessa è poi finita al pronto soccorso, dove la dimettono con una prognosi superiore ai 40 giorni per colpi ai fianchi, ai glutei e ferite profonde alle parti intime. All’alba, poi, la vittima ha ricevuto dei messaggi. Si passa da un “Hai ancora voglia?” al “Sei viva?” dopo la notizia del pronto soccorso.
Le condanne per i tre (più il fratello William, processato al Tribunale dei Minori) furono, all’epoca, di qualche settimana ai domiciliari. Poi la revoca della misura cautelare e ora il rischio di pene molto più severe.