Inchiesta Juventus: il bilancio parallelo e il libro nero di Cherubini su Paratici. Gli ultimi retroscena sulle indagini che hanno portato alle dimissioni di Andrea Agnelli
Si colorisce di nuovi aspetti la corposa inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Torino sulla Juventus. Non solo plusvalenze gonfiate, ma accordi fasulli per la riduzione degli ingaggi, contabilità parallela e chissà cos’altro. Il principale colpevole pare essere l’ex capo osservatore e direttore sportivo della Sampdoria ai tempi di Duccio Garrone: Fabio Paratici
Inchiesta Juventus: il “libro nero” di Cherubini su Paratici
Sul quotidiano la Stampa compare un appunto scritto da Federico Cherubini, manager della Juventus e braccio destro dell’allora amministratore delegato Fabio Paratici dopo l’addio di Beppe Marotta. E intercettazioni in cui il dirigente è molto duro sul suo predecessore Paratici.
Cherubini è a disagio, si rende conto che le plusvalenze gonfiate sono davvero troppe. 300 milioni di euro:
Tornavo a casa e mi veniva da vomitare al solo pensiero
E poi gli appunti:
Come siamo arrivati sin qui? Acquisti senza senso, investimenti fuori portata (Kulusevski), utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali.
Inchiesta Juventus, c’era un bilancio parallelo? La ricostruzione della Procura
Marco Bellinazzo, sul Sole24Ore, da’ conto anche di un aspetto non secondario. Le indagini della Procura avrebbero portato ad accertare l’esistenza di un vero e proprio bilancio parallelo rispetto a quello ufficiale.
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Deloitte nella sua relazione del 17 ottobre rilevava che «la perdita dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2022 e il patrimonio netto al 30 giugno 2022 risultano sovrastimati rispettivamente di 61 milioni e 9 milioni».
Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato lo scorso 24 ottobre si ipotizzavano plusvalenze artificiali per 155 milioni di euro e risparmi dalla manovra stipendi per soli 22 milioni anziché 90. Il problema più grave potrebbe derivare al contrario dalla esistenza di debiti non riportati in bilancio per decine di milioni che emergerebbero da intercettazioni e prove documentali.
Queste ultime farebbero pensare a una sorta di contabilità extra-bilancio che potrebbe portare a conseguenze gravi sul piano penale e sportivo. Nel comunicato emesso mercoledì sera la Juve ribadisce che queste scritture private non vengono considerate come fonti di obbligazioni da riportate subito in bilancio, richiamando il parere conforme sul punto della Consob (e la giurisprudenza in materia anche di Cassazione va in questa direzione).
Ma su questi aspetti si giocherà molto della battaglia legale.