Gianluca Pagliuca ricorda la storica vittoria della Sampdoria sull’Inter nel 5 maggio di trent’anni fa: parò anche un rigore a Matthaus
Il 5 maggio per i tifosi della Sampdoria è una data storica: nel lontano 1991 in questa si giocò la partita scudetto contro l’Inter. Grande, enorme protagonista fu Gianluca Pagliuca, il guardiano della porta blucerchiata che in quella gara parò ogni tentativo dei giocatori nerazzurri, compreso un rigore di Lothar Matthaus:
Tutti ricordano il rigore respinto a Matthaus, è normale, è stata una prodezza scudetto. Avevo studiato bene
Matthaus, sapevo che tirava forte al centro oppure che incrociava. Così sono rimasto fermo sino all’ultimo e ho respinto: però che cannonata, la presi con il petto, mi ruppe la catenina che mi aveva regalato mia mamma.
Nell’intervista alla Repubblica Pagliuca evidenzia l’importanza di quella gara. Una gara che significava tricolore, anticipata da tensioni, battute al vetriolo con Berti e seguita dall’estasi:
È la gara che più mi ha emozionato, che più mi è rimasta nel cuore. L’incontro che mi ha fatto conoscere l’estasi. Di quei 90 minuti ricordo tutto. E i giorni prima, le battute e le minacce con gli interisti, soprattutto con Berti, che dopo abbiamo sfottuto un sacco. E i momenti dopo: quando ci siamo resi conto che avevamo in mano lo scudetto.
Inter-Sampdoria, per Pagliuca una gara da film
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Una partita da film, in cui Pagliuca potrebbe fare lo sceneggiatore. Il portiere rivive i momenti clou, non solo il rigore parato, ma anche i goal decisivi di Dossena e Vialli:
Di quella partita dovrebbero fare un film e io potrei fare lo sceneggiatore: ricordo ogni attimo. Per esempio, la respinta, Beppe che ha realizzato un goal d’intelligenza. Lui ci porta in vantaggio, poi io paro il rigore e poi su lancio di Mannini, Vialli mette la ciliegina. Fa sedere Ferri, scarta Zenga, infila a porta vuota e poi fa la capriola.
Pagliuca, poi, ricorda un episodio su cui l’Inter avrebbe potuto recriminare: il goal di Jurgen Klinsmann, sullo 0-0, era regolare:
Trent’anni dopo si può dire, sullo zero a zero il gol di Klinsmann era regolare, fuorigioco inesistente. Il rigore è stato fischiato per fallo di Cerezo su Berti: ce n’era un altro di Vierchowod su Stringara.
Infine, l’ex portiere blucerchiato ricorda l’episodio dell’ombrello che lo colpì:
Un male cane, al gomito. Ho sentito una scossa fortissima. L’arbitro mi ha detto, se la sente di continuare? E io: certo. Tanto è vero che ho fatto ancora due parate. Doveva essere un memorabile trionfo sul campo, altro che vittoria a tavolino.