Un anno fa in Messico sono morti 16 detenuti in un amichevole organizzata per fare evadere dei boss del cartello messicano…
In Messico un anno fa hanno giocato un amichevole “trappola” trai detenuti di un carcere che durante la partita sono morti per permettere ai propri boss di evadere. Il calcio, come lo sport in generale, è motivo di unione e pacificazione. Così avevano accolto la partita al calcere di massima sicurezza a Cieneguillas nello Stato di Zacatecas in Messico. Hanno giocato la partita a ridosso del nuovo anno proprio come segno di “pace” tra i detenuti e le istituzioni. L’iniziativa l’avevano accolta favorevolmente tutti perché alla fine dai, è una partita di calcio, è un amichevole. Il calcio unisce tutti e l’iniziativa era ben accolta.
A regolare il match, Ismael Camberos Hernández che si era incaricato di gestire la sicurezza in occasione dell’evento. Evento che aveva dato la possibilità ad un numero ristretto di parenti di partecipare e riavvicinarsi, anche se per poco, ai propri parenti. Il protocollo era rigidissimo, con ispezioni nelle celle prima della partita, agenti ovunque, e una doppia rete a separare gli spalti dal campo da gioco. Le squadre vedevano da una parte i narcos del Golfo del sanguinario Osiel Cardenas Guillen, cocaina, anfetamine, traffico delle armi verso gli Stati Uniti. Dall’altra i Los Zetas, ex membri delle forze armate speciali messicane, narcotici, sicari assoldati per regolare i sospesi con chi alza la cresta.
LEGGI ANCHE: Sampdoria, feste finite: a Bogliasco allenamenti senza stop
Messico: un anno fa 16 morti in amichevole per evadere
La partita l’hanno disputata nonostante alcune perplessità per evitare una ribellione da parte dei detenuti. Il match era iniziato alle due del pomeriggio e tutto era filato liscio fino al quarto d’ora di gioco. Un intervento duro al limite dell’area di rigore ha scatenato una rissa furibonda nella quale per magia sono usciti coltelli e pistole e il campo da calcio si è trasformato in un sanguinoso campo di battaglia. Nel caos più totale i boss, aiutati dai parenti, hanno iniziato a fuggire. Il piano ha funzionato, dei 22 sottoposti sacrificati a giocare ne sono morti 16, mentre i boss sono riusciti a fuggire. Una strage durata più di due ore in una lotta tra autorià e detenuti.