In Casa Milan è già tempo di mercato, di entrate e uscite. Intanto Pioli non può più fare a meno di Ante Rebic. I numeri
Il Milan deve ripartire anche da lui, da Ante Rebic. Non può essere altrimenti dopo un’altra stagione in doppia cifra. La seconda consecutiva da quando veste il rossonero del Milan.
Undici reti in questo campionato, nessuna in Europa League, con la bellezza anche di sette assist, suddivisi in 7 in Italia, 2 nella competizione europea. Mai come in questo campionato però Rebic ha fatto capire chiaramente di non poter fare la prima punta. Un ruolo diverso da quello che è abituato a fare anche se i numeri direbbero il contrario, almeno in questa ultima stagione.
Diciannove le gare dove Pioli ha schierato dal primo minuto di gioco il croato come ala sinistra, nel suo ruolo naturale. Ruolo preferito che gli ha permesso di mettere a segno sette reti condite da quattro assist.
Anche la stagione precedente, la sua prima nel nostro campionato, condizionata anche dall’interruzione per l’emergenza sanitaria, Ante è riuscito a mettersi in mostra segnando 12 reti (una in coppa Italia) alle quali bisogna aggiungere 5 assist (3 in Serie A, 1 in Europa League, 1 in Coppa Italia).
Nel dettaglio prima Giampaolo ma soprattutto Pioli l’ha messo in campo largo a sinistra per ben 16 volte (8 reti e 3 assist), da prima punta in emergenza in 12 occasioni (6 reti e 1 assist)Insomma un conferma.
Un’annata la sua dove ha giocato anche da seconda punta (6 gare, una rete e un passaggio decisivo) e anche due volte da ala destra ma senza incidere sulla gara.
Numeri, statistiche e curiosità che confermato quanto l’arrivo in rossonero di Rebic sia stato un vero affare per il Milan ma anche per Andrè Silva che a Milano invece non è mai riuscito a essere decisivo. Eppure le occasioni non gli sono mancate nemmeno a lui. Uno scambio che ha portato solo vantaggi a Casa Milan.
Ante Rebic meglio in Serie A che in Bundesliga
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Milan, Pioli non può più fare a meno di Ante Rebic. I numeri
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Con quasi 40 gare in meno (100 contro 63) Ante Rebic ha già superato il suo rendimento rispetto a quando indossava la maglia dell’Eintracht Francoforte. Venticinque reti in Bundesliga contro le 23 in Serie A. Dodici gli assist a favore dei suoi compagni contro i 13 consegnati a Ibra e company. Un giocatore diverso, cresciuto tatticamente, maturato come uomo, insomma il compagno ideale di Zlatan Ibrahimovic non il suo sostituto.
Quello no, non può farlo al meglio, nonostante i numeri dicano il contrario. Lui a fare la prima punta non ci si trova, non ne è capace. Tanto è vero che speso pur dovendo ricoprire una zona di campo diversa da quella abituale nelle trame di gioco di Stefano Pioli, Ante finiva sempre per correre e attaccare più verso l’esterno che sfondare al centro.
Caratteristiche che il Milan oggi non può tenere in considerazione in un mercato dove c’è bisogno di trovare una vera prima punta in caso di necessità. Ma non è l’unico difetto di fabbrica, se così si vuole dire, dell’attaccante nato a Split. Al suo primo anno come in questa sua ultima stagione Ante ha vissuto i primi sei mesi di letargo. Nella passata stagione Ante è andato a segno per la prima volta con il Milan sul finire del girone di andata, esattamente il 19 gennaio 2020, con la doppietta messa a segno a Musso. Poi si ripetuto in settimana a Brescia per altri tre punti d’oro. Le altre otto reti tutte nel girone di ritorno.
Stesso discorso in questo campionato appena concluso. Una sola rete nel girone di andata, il 23 dicembre contro la Lazio (ma con sei assist complessivi nelle prime 19 giornate), dieci in quello di ritorno conclusa per lui con la tripletta al Torino di Davide Nicola. Insomma Rebic è una garanzia, un giocatore fondamentale su cui il Milan deve ripartire.
Un giocatore pronto per il suo campionato Europeo con la maglia della sua Croazia che se riuscisse a partire con il piede giusto, numeri alla mano, sarebbe devastante…
Milan, Pioli non può più fare a meno di Ante Rebic. I numeri