I tre punti con l’Udinese, una vittoria sofferta, arrivata grazie a chi fino a poco tempo fa veniva considerato un giocatore di talento, con qualità mai espresse. Messo alla porta ha scelto invece di restare. Aveva ragione lui…
È curioso come il calcio sappia sbatterti in faccia le più grandi ovvietà che alle volte, troppo spesso anzi, siamo troppo ciechi per vedere. Prendiamo la Juventus ad esempio: Higuain, uno dei 5 centravanti più forti del mondo, messo alla porta. Impensabile a giugno anche solo l’ipotesi di vederlo al fianco di Ronaldo. Per non parlare di Dybala, anche lui sicuro partente, epurato, al centro di improbabili valzer estivi di attaccanti che tanto piacciono alla stampa quando le notizie vere latitano. Dybala all’Inter per Icardi alla Juve, Dybala allo United per Pogba, Dybala al Psg. Al Barcellona.
La storia come sappiamo è andata diversamente e a oggi la Juventus non può fare a meno dei due attaccanti, al netto della posizione sempre più marginale di Mandzukic, l’involuzione di Bernardeschi e Ronaldo leader solitario.
A Genova la stessa sorte doveva toccare a Gaston Ramirez, arrivato alla fine del suo ciclo genovese a causa dell’inadeguatezza del modulo. Ma forse per lungimiranza di qualcuno, forse per l’inadeguatezza delle offerte ricevute, Gaston, in silenzio, è rimasto alla Sampdoria. Adattato sull’esterno da Di Francesco, resta abbonato alla panchina per gran parte delle gare guidate dal tecnico abruzzese. Con Ranieri la musica sembra non cambiare all’inizio, ma il sapiente allenatore di Testaccio sa bene che la poca qualità della rosa passa dai piedi del trequartista classe 1990. Che prima segna il gol del pareggio contro il Lecce, poi l’assist per il gol vittoria di Caprari contro la Spal, quindi la responsabilità di calciare con freddezza il gol vittoria di ieri contro l’Udinese a Genova.
Vittoria che ha il gusto dell’ossigeno per chi riemerge dagli abissi, con i punti che adesso sono diventati 12 e pensare di agganciare Bologna, Sassuolo e Udinese non sembra più utopia.
Ma facciamo un passo alla volta adesso: lunedì sera c’è il Cagliari non più rivelazione ma certezza, nella prima di una doppia sfida in Sardegna, tra Serie A e Coppa Italia, che sembra abbia il risultato già scritto, anche solo per l’avversione storica alle trasferte isolane.
Ma mai pensare di partire battuti. Ramirez ce lo ha insegnato: quando la maglia da titolare sembrava ormai irraggiungibile ha preso per mano la squadra e da esubero anche un po ’ingombrante è tornato a essere pedina imprescindibile nello scacchiere. Quagliarella può riprendersi con più serenità: il peso della leadership, adesso, lo condivide con Gaston…