Il prossimo allenatore della Sampdoria dovrebbe essere Alberico “Chicco” Evani, vice di Mancini all’Europeo 2020 e vincitore dell’ultima Coppa Italia blucerchiata con Eriksson
Alberico Evani è pronto a tornare a casa. Ben 28 anni dopo il suo addio ai colori blucerchiati, “Chicco” dovrebbe essere il prossimo allenatore della Sampdoria, con 6 partite a disposizione per provare a risollevare le sorti della squadra di cui ha vestito la maglia per 4 anni, dal 1993 al 1997, togliendosi anche qualche soddisfazione insieme a Mancini e compagni.
Classe 1963, è arrivato a Genova dal Milan di Arrigo Sacchi, dove ha giocato 13 anni. È stato tra i campioni che hanno indossato la divisa più bella del mondo negli anni dell’immediato post Paolo Mantovani, quando sulla panchina della Sampdoria sedeva Sven Goran Eriksson. E infatti Evani è stato tra gli artefici dell’ultimo trofeo vinto dal club genovese nella sua storia, la Coppa Italia del 20 aprile 1994, di cui tra poco ricorreranno 31 anni. Nel 6-1 finale ha segnato anche il suo nome sul tabellino, con un goal su rigore.
La sua esperienza blucerchiata si è conclusa dopo 119 presenze, quando è passato prima alla Reggina e poi, dopo soli 6 mesi, alla Carrarese. Dove ha chiuso la carriera da giocatore, per poi cominciare quella da tecnico. Nel suo palmares da calciatore Evani vanta due Coppe Campioni, tre Scudetti, due Supercoppe Uefa, due Supercoppe Italiane, una Coppa Intercontinentale e una Mitropa Cup. Era nella selezione che ha perso la finale dei Mondiali di Usa 1994, lui il rigore lo segnò.
Sampdoria, Evani a Genova 28 anni dopo: l’ultima Coppa Italia con Eriksson e gli Europei con Mancini e lo staff “blucerchiato”
Sampdoria, dalla Coppa Italia con Eriksson all’Europeo con Mancini: chi è Alberico Evani
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Evani era in tribuna a La Spezia nel derby ligure perso 2-0 dalla squadra doriana, in quello che è stato l’ultimo atto della gestione di Leonardo Semplici. Ha già osservato da vicino quanto lo attenderà. L’ex centrocampista dovrà essere in grado di compiere una missione che, ad oggi, appare molto difficile. E dovrà farlo come allenatore capo per la prima volta in carriera in una squadra professionistica.
Perché, nella sua carriera di tecnico, Evani ha lavorato solo col Milan come club. Coi rossoneri ha cominciato il percorso in panchina a livello giovanile, tra 1998 e 2009. Nel 2007 è diventato campione d’Italia coi giovani diavoli, battendo il Genoa in finale.
Poi, dal 2009 in avanti, ha sempre lavorato con le Nazionali. Subito quella di San Marino, da primo allenatore, con un’esperienza di 10 mesi e 32 partite. Nel luglio del 2010 è cominciata la sua lunga trafila con la Nazionale Italiana, tra Under 18, Under 19, Under 20 e Under 21. Fino a che, nel 2018, non è arrivato Roberto Mancini come ct degli Azzurri, l’amico dei tempi blucerchiati, che gli ha chiesto di diventare il suo vice.
E così quella trafila nell’Italia l’ha portato, dopo 11 anni, a diventare campione d’Europa a Wembley nel 2021, in quel miracolo Azzurro che portava la firma di una squadra tecnica che risaliva alla Sampdoria di Mantovani. Lì a Wembley Vialli e Mancini avevano chiuso il cerchio della finale di Coppa Campioni del 1992, che Chicco non aveva giocato perché era ancora al Milan.
Ma il suo cerchio con la Sampdoria potrebbe chiudersi proprio ora, con il suo ritorno a Genova dopo 28 anni. Per quella che sarebbe la sua esperienza d’esordio da primo allenatore di un club professionistico. Non ha seguito Mancini in Arabia Saudita e, infatti, è fermo dal luglio 2023, quando Bobby gol si è dimesso dall’incarico in Nazionale italiana. Ora per Evani scatta l’ora di mettersi in gioco in prima squadra, nel momento più basso della storia del club blucerchiato.