Daniele Gastaldello sulla panchina della Sampdoria? L’ex capitano sogna il ritorno a Genova, ma intanto pensa alla nuova avventura al Legnago
Daniele Gastaldello non dimenticherà mai la Sampdoria. Gli otto anni a Genova, tra il 2007 e il 2015, sono stati il centro della sua carriera e anche ora, a nove anni dall’addio, il blucerchiato ha un posto speciale nel suo cuore. Tanto che sabato è stato alla festa degli Ultras Tito Cucchiaroni. Una festa in cui ha potuto tastare di nuovo con mano la passione dei blucerchiati:
E’ la prima volta, mi hanno invitato e mi ha fatto molto piacere. I tifosi della Sampdoria hanno passato due anni molto difficili, con retrocessione e problemi societari, ma hanno sempre dimostrato una mentalità straordinaria, la stessa dai tempi di Mantovani, e vedo che la stanno trasmettendo anche ai più giovani. Hanno sempre un atteggiamento positivo, vicini alla squadra, la gradinata è sempre piena, con un attaccamento che ha pochi eguali.
Un’emozione che Gastaldello aveva già vissuto in occasione di Sampdoria-Como, quando era tornato al Luigi Ferraris e aveva raccolto tutto l’affetto della sua gente:
Davvero indescrivibile, ampliata dalla presenza in campo anche di mio figlio Pietro. Quando torno a Marassi, mi sembra di rivivere tutte le emozioni passate. Pietro ha tredici anni e non si ricorda bene i miei anni a Genova e così gli ho spiegato la mia storia e soprattutto il legame che mi lega alla Sampdoria e ai suoi tifosi. È stata così un’emozione doppia.
Panchina Sampdoria, Gastaldello non dimentica La Sud
Panchina Sampdoria, Daniele Gastaldello sogna il ritorno. Ma prima…
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Dopo l’esperienza al Brescia ha firmato un anno per il Legnago, in Serie C. Il suo sogno, però, afferma a La Repubblica, è quello di tornare alla Sampdoria. Magari da allenatore, anche se prima serve fare esperienza:
Sarebbe un’emozione molto forte, la vivrei anche da tifoso, ma ora mi serve ancora tanta esperienza. Mi piacerebbe fare l’allenatore ad alto livello, sento di avere grande passione, ma bisogna andare per gradi. Da un anno all’altro cambia tutto, le stesse idee non funzionano più e diventa fondamentale capire subito le scelte giuste da fare e avere visto già tante situazioni diventa un fattore decisivo.
Al Brescia ha vissuto alti e bassi. Dalla retrocessione ai playout, dopo una grande rimonta, al ripescaggio, fino all’esonero di novembre. Per quella che è stata un’esperienza molto formativa per Gastaldello:
La sconfitta nei play out ha vanificato una rimonta straordinaria, con il sorpasso a Spal e Benevento, ma il ripescaggio ha ridato valore ai punti conquistati, perché ha significato mantenere la categoria. È stata una scelta forte, ma non potevo tirarmi indietro, nel gruppo erano presenti anche ex compagni e a Brescia ero ormai da anni. Mi resta un grande bagaglio di esperienza, impreziosita anche dalle riflessioni successive di questi ultimi mesi a casa. Certamente ho messo tutto me stesso e penso di aver trasmesso voglia e coraggio, non ho rimpianti.