Riccardo Pecini, ex dirigente della Sampdoria, oggi allo Spezia, ha ricordato gli acquisti di Schick e Icardi. Ecco che cosa ha detto
Dirigente dello Spezia, ma Riccardo Pecini non dimentica il suo passato alla Sampdoria. L’ex coordinatore degli osservatori e direttore sportivo del settore giovanile ha parlato di Mauro Icardi e Patrik Schick, due gioielli arrivati a Genova, grazie anche al suo prezioso contributo.
Ha parlato al magazine britannico The Athletic, il direttore dell’area tecnica della società della famiglia Platek.
Patrick Schick lo abbiamo preso che aveva giocato solo 11 partite in prima squadra con il Bohemians 1905 dove era in prestito. Era un rischio enorme, ma questo è l’unico modo per cercare di ottenere giocatori bravi a buon mercato. Prima che se ne accorgano le altre. Lui però era diverso: tecnicamente, con la sua eleganza, ma anche per la personalità. A Genova è arrivato che aveva solo 19 anni, ma sembrava ne avesse 32.
Sampdoria, le parole di Pecini su Paratici
Calciomercato Sampdoria, Pecini ricorda gli acquisti di Schick e Icardi
LEGGI ANCHE Sampdoria, Banca Macquarie pronta a dare una mano…
Il trasferimento alla Roma? Ho detto a Patrik che ha commesso un errore per due motivi. Aveva avuto un’estate particolare per il problema di salute. Aveva firmato per la Juventus e tre settimane dopo era alla Roma, dopo che l’accordo era saltato. Inoltre era giovanissimo e i giallorossi giocavano con un sistema di gioco in cui non poteva giocare.
Poi è stato il turno di Mauro Icardi, ma anche del rapporto con Fabio Paratici. Anche per l’argentino l’avventura in blucerchiato è stata fugace, ma nonostante il poco tempo l’argentino riuscì a lasciare il segno.
Con Fabio Paratici siamo cresciuti insieme, lui è un mostro. Era alla Samp quando io ero ancora al Tottenham. Ho venduto Reto Ziegler a loro e tre mesi dopo aver lasciato la squadra inglese sono passato anch’io in blucerchiato. A quel tempo eravamo insieme tutti i giorni. È un mio grande amico.
Icardi? Sono andato tre o quattro volte a vederlo a Barcellona (nell’Under 19), ma era sempre in panchina. L’ho visto per pochi minuti, prima sette, poi cinque, poi quindici. Anche in questo caso è stato un acquisto rischioso, era per il settore giovanile sì, non si trattava di una grande somma, ma fu un acquisto rischioso. Anche perché non avevo visto quello che volevo e dovevo, ma poteva dimostrare di avere ciò che stavo cercando.