Per quanto toglierci la soddisfazione di rendere pan per focaccia al Cagliari, dopo la batosta shock di lunedì sera, sarebbe stata una prospettiva invitante, non era certo questa la partita della vita. Il turnover non piace a nessuno, specialmente ai tifosi, ma Ranieri ha ascoltato le mie logiche e ovvie preghiere, quando auspicavo l’impiego di chi, il campo, l’ha visto poco durante la stagione. E per questo, consentitemelo, va ringraziato: la Coppa Italia non è per noi, pensiamo alla salvezza.
Linetty ha voglia di giocare, pecca di precisione e freddezza, ma ormai i minuti nelle gambe li ha; Maroni va dosato, che non diventi un nuovo Correa. Diamogli fiducia e non pretendiamo subito i miracoli: non sarà questo il suo campionato, ma potrà dare una mano. Thorsby compensa con la quantità i limiti tecnici, mentre Caprari e Rigoni ormai possono considerare la loro avventura genovese terminata: un peccato per l’investimento a fondo perduto fatto sul primo ormai 4 anni fa, un sollievo per il supplizio del secondo, ingaggiato in fretta e furia dopo i rifiuti di Ben Arfa, Defrel, Simeone, Verdi. Che non fosse una primissima scelta probabilmente lo sa anche lui.
Gli ultimi 10 minuti di Coppa Italia ci hanno insegnato che, anche nel piccolo, possono essere i singoli a fare la differenza. Ogni riferimento a Manolo Gabbiadini è tutt’altro che casuale: dopo diversi maldestri tentativi da parte dei compagni, da Caprari a Rigoni, allo stesso Linetty trovatosi a giocare da attaccante aggiunto, o il redivivo Maroni, è stato l’unico giocatore offensivo non solo a segnare, ma a cercare il tiro da dentro l’area e non da fuori. Che, al di là del risultato, dopo una serie di ciabattate alla spera in Dio, è stato anche un bel vedersi.
Domenica a Genova arriveranno gli amici del Parma. Sugli spalti la festa sarà assicurata, ma sul campo sarà lotta vera col coltello tra i denti: la zona calda non è così lontana e arrivare al derby con un certo distacco sul Genoa, impegnato con il Lecce dell’ex Lapadula, ci consentirebbe di giocare con un discreto vantaggio psicologico. Il calendario dice che le prossime partite in casa saranno proprio con Parma e Brescia, oltre al Genoa, inframezzate da Juventus e Milan. Arrivare al 19 gennaio a 21 punti è difficile, ma non impossibile.