Perché criticare il calciomercato della Sampdoria? Una domanda alla quale proviamo a dare una risposta citando Shakespeare…
“L’inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui”. Iniziamo con un passaggio de “La tempesta” di William Shakespeare per parlare di questo momento storico che sta attraversando tutto l’ambiente blucerchiato.
Parliamo appunto di tutti quei diavoli che per troppo tempo sono stati silenti a guardare lo sfacelo che piano piano si stava consumando a Corte Lambruschini, per riversare preoccupazione, perplessità, pessimismo e pensieri tragici su chi, da poco più di un mese, sta cercando di ridare credibilità a una Sampdoria maltrattata per quasi otto lunghissimi anni.
Sembra diventato lo sport preferito dai più. Criticare a prescindere. Criticare anche quando è più che evidente che si stia cercando di mettere in atto uno dei colpi di teatro più complicati della storia.
Perché criticare il calciomercato della Sampdoria?
Perché criticare il calciomercato della Sampdoria? Andate all’Inferno
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Ma si sa, per qualcuno James Dinan era personaggio inaffidabile… non c’è certo da stupirsi per tutto quello che stiamo riuscendo a sentire oggi.
Come per magia ora ci si preoccupa di conti e bilanci, di un futuro che improvvisamente è diventato incerto, quando fino a un anno fa appariva come solido e prospero.
Oggi si condanna un mercato inaspettato quando non tanto tempo fa si esaltava l’acquisto di Torregrossa. Uno degli investimenti, se così possiamo definirlo, più inutili della storia blucerchiata.
Per non parlare di seconde linee piuttosto discutibili come La Gumina che, preso da altri presidenti, sarebbe finito a far concorrenza al tanto vituperato Barillá. Portato come esempio, all’infinito, per definire “piatti” i mercati di altre proprietà.
Questa, attesa con ansia da tanti, come una delle sessioni di calciomercato più difficili e tristi della storia della Sampdoria, alla fine, per garanzie o abilità, per fortuna o per magia, si è rivelata una sorpresa amara per chi ha sempre tentato di affossare la nuova dirigenza.
Faggiano, Romei e Osti, con la supervisione di Marco Lanna, che qualcuno ha provato a far passare anche come una figura inerme e passiva alle decisioni altrui, hanno lavorato intensamente e con astuzia per tenere a galla una nave che sembrava alla deriva.
E allora chiudiamo come abbiamo iniziato, sempre con Shakespeare, sempre con i suoi versi. “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni”. Perché l’oggettività e l’ottimismo ci rendono migliore la prospettiva.