Narciso Pezzotti, storico vice allenatore della Sampdoria di Boskov, ha aperto il cassetto dei ricordi legato al suo periodo in blucerchiato
Narciso Pezzotti è tornato a parlare del suo periodo in blucerchiato, un’esperienza che lo ha indubbiamente segnato, che lo ha arricchito: le sue amicizie e il suo rapporto con il mitico presidente Mantovani, Boskov e Lippi. Per sua stessa ammissione fare l’allenatore in seconda è un mestiere per cui devi essere portato, lasciando le luci della ribalta al primo, “al generale”.
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L’arrivo di Vujadin Boskov a Genova
: “I dirigenti avevano capito che per fare il passo successivo serviva più potenza potenza fisica, il bel gioco non bastava più. Il presidente nel tempo modificò la Sampdoria scegliendo questa strada e l’arrivo di Boskov fu la chiusura del cerchio in un certo senso, completando quest’idea. Arrivarono giocatori prestanti sotto l’aspetto fisico, ultili soprattutto in campo internazionale”.
Il rapporto con Boskov
: “Arriva nell’86, e a quei tempi tempo il direttore tecnico non poteva venire in Italia se non aveva come primo assistente un allenatore di prima categoria italiano. I dirigenti della Sampdoria mi chiesero di rimanere in blucerchiato, anche se Bercellini non venne confermato alla guida del club e io decisi di restare volentieri. Il rapporto con lui era basato sulla stima, l’amicizia e il rispetto. Boskov sotto l’aspetto umano era una persona dalla grandezza infinita, aveva una cultura enorme. Mentre come allenatore era attento a ogni minimo particolare. Ha avuto la capacità di modificare l’immagine della Sampdoria, indirizzò il gruppo».
Il ricordo del presidente Mantovani
: “Mi vengono i brividi ogni che parlo o ricordo il presidente Mantovani. La squadra si identificava in lui, era il nostro primo pensiero dopo una sconfitta, ma quell’uomo quando viveva l’ambiente Sampdoria, si vedeva che era felice. Era un uomo di straordinaria grandezza”.
Il rapporto con Marcello Lippi
: “Quando arrivai nel 1984 Lippi era l’allenatore della Primavera e tra di noi si era creato un legame di amicizia extra-calcistica. Da lì è nato questo sodalizio che mi ha portato a seguirlo alla Juventus, all’Inter, in Nazionale e ora in Cina”.