Parla dal ritiro di Ponte Di Legno, Emil Audero, degli obiettivi personali e di quelli della Sampdoria, oltre alla nazionale indonesiana
È uno dei calciatori della Sampdoria più applauditi in questo ritiro di Ponte Di Legno. E non poteva essere altrimenti, Emil Audero è ormai uno degli idoli della tifoseria blucerchiata. Dopo il rigore parato al derby e la retrocessione del Genoa e oggi son in tanti ad avere e esibire la maglia con la parata del rigore di Criscito, qualcosa che fa ovviamente piacere anche a lui.
Arrivato mentre guardava Wimbledon e la Formula 1, Audero poi si è fermato a parlare con i giornalisti presenti al ritiro. Non si poteva non iniziare dalle tate emozioni regalate ai tifosi e dall’ultimo derby vinto.
È stata una partita spartiacque, per molti motivi. Per come era la classifica, per il periodo, una vittoria di conseguenza molto importante. Sì ho visto anch’io le magliette molto simpatiche con la mia parata. Son cose che fanno piacere e che ti danno ancora più voglia e energia di fare bene qua alla Samp.
Sempre sul campionato, ma oltre al derby. Sul ritorno da titolare dal primo minuto, nella gara contro il Venezia, anche questa importantissima ai fini della classifica e della corsa salvezza della scorsa stagione. Qualcosa nella sua testa è cambiata e si vede, è un Audero molto più sicuro dei suoi mezzi.
Sampdoria, le parole di Emil Audero
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Io ho sempre cercato di lavorare pensando e cercando di essere sempre il titolare guadagnarmi la fiducia del mister. Poi ovvio nel calcio ci sono gli infortuni e le difficoltà, ma come si dice sempre, il lavoro paga sempre, anche se sono frasi fatte. Uno continua a farlo in silenzio e fa le cose che deve fare e poi quando ti chiamano se fai bene vuol dire che si è allenato bene anche nel periodo negativo.
Il lavoro paga, ma cambia anche dato che in blucerchiato sono arrivati nuovi preparatori dei portieri. Salutati Lorieri e Battara, andati a Spezia, sono arrivati De Bernardin e Clemente.
Siamo agli inizi, mi sto trovando bene, ci sarà modo per conoscersi meglio. Il ruolo del portiere in questi anni ha sempre avuto una grande evoluzione e avere stimoli diversi dal proprio preparatore aiuta a ritrovarsi e migliorare. Sono curioso e pronto per questo cambiamento.
Cresciuto nella Juventus con cui ha fatto il suo esordio tra i grandi, compagno di squadra di Andrea Pirlo. Sulle sue tracce sembra esserci la nazionale indonesiana, pronta a naturalizzarlo, qualora Audero accettasse la chiamata.
In realtà pubblicamente non mi hanno mai chiesto, non sono mai entrati sull’argomento. La cosa è che sono nato in Indonesia, vivendo sempre qua ovviamente ho avuto come riferimento la nazionale italiana, non ho nemmeno il passaporto indonesiano. Di conseguenza è un iter burocratico lungo, però mi fa piacere, lì il calcio è molto seguito. Non escludo nulla, ma è normale che penso alla nazionale italiana, per me sarebbe un orgoglio.
Il mio traguardo? Giocare più partite con la Sampdoria. Voglio fare una grande stagione, poi l’intento è sempre quello nonostante tante difficoltà. Questa però potrebbe essere la stagione giusta, poi ovvio l’ambizione di tutti i giocatori è quella di giocare per vincere coppe o scudetti. Io mi auguro che la Samp possa tornare su palcoscenici importanti e di raggiungere in fretta i miei obiettivi.