C’è bisogno di parlare dopo una partita del genere?
C’è bisogno di aggiungere qualcosa che non sia già stato detto dal campo?
Nel giorno in cui è caduto il cda della Sampdoria, è caduta la squadra stessa. A poco sono valse le rassicurazioni di Ferrero a Ranieri e Quagliarella nelle ore precedenti alla partita. Anzi, a questo punto c’è da essere curiosi su quello che si sono detti.
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Quello che si è visto in campo è stato la conferma dell’inevitabile: quello che accade fuori dal campo ancora una volta si è abbattuto sulla squadra. Quasi a voler rimarcare ancora una volta che quando non c’è la testa, quando al vertice non c’è stabilità, è impossibile andare avanti con successo sul campo. Perché la Sampdoria è andata sotto di 3 gol nel primo tempo facendo tutto da sola: una autorete e due rigori, causati in maniera piuttosto maldestra e superficiale, segno di una squadra che non è scesa in campo con la testa giusta.
Che, diciamocelo, la Fiorentina di quest’anno è tutto fuorché irresistibile. E proprio per questo motivo la rabbia e lo sconforto aumentano. perché dietro corrono: c’è chi ha iniziato a ingranare alla grande, perché abituato a lottare per genetica, chi ha trovato la quadratura del cerchio all’ennesimo cambio di panchina.
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Chi invece si è perso sul più bello, come la Sampdoria, che storicamente va in ferie a marzo quando si tratta di lottare per l’Europa. Perché non siamo mai stati abituati a farlo, è questa la verità: non siamo mai stati una squadra da coltello tra i denti, di quelle che vanno all’arrembaggio giocando ogni partita come se fosse l’ultima. Siamo quelli che patiscono, se mai, queste situazioni. Che quando sono obbligati a vincere partono sconfitti in partenza, che ci sia in palio l’inferno o il paradiso. E’ una mentalità che mai ci è appartenuta. E in una situazione difficile come questa, il non essere una squadra matura, si paga.
Il giocattolo di Massimo Ferrero si è irrimediabilmente rotto dopo 6 anni e per qualcuno sono stati anche troppi. Adesso non resta altro da fare che guardarsi le spalle. E, brutto da dire, sperare che dietro inciampino: da soli, è evidente, non possiamo farcela.