Sampdoria, corteo di tifosi grandi e piccini a Bogliasco per il memoriale di Paolo Mantovani: presenti la figlia Francesca e Riccardo Vialli
A uno a uno i tifosi si avvicinano alla tomba di Paolo Mantovani. Solo qualche secondo di silenzio, poi portano la mano alla bocca, stampano un bacio, toccano la lapide grigia e, appena prima di andarsene, pronunciano un semplice “Grazie di tutto”. Un grazie che la tifoseria della Sampdoria pronuncia ininterrottamente da decenni per l’uomo artefice delle pagine più belle del club.
L’uomo di cui oggi ricorre il trentennale della morte, avvenuta il 14 ottobre 1993, e il popolo blucerchiato ha voluto omaggiarlo, fargli sentire l’affetto, l’amore che non sono mai mancati. Il corteo dei tifosi si raduna al Poggio di Bogliasco, appena fuori dal centro sportivo dove si stavano per allenare i giocatori della prima squadra di Andrea Pirlo. Un gruppo di ragazzi, venuto a giocare al campo del Tre Campanili, si guarda intorno incuriosito, si chiede perché ci sia quella folla.
Questa nutrita presenza è il segno di una riconoscenza che è innata in questa tifoseria, dai più grandi ai più piccoli, anche quelli che non hanno mai visto cosa fosse la Sampdoria di Paolo Mantovani, ma ne hanno solo sentito parlare. L’immagine simbolo è, infatti, quella di un papà con la maglia blucerchiata che tiene il suo bimbo per la mano, si chinano entrambi sulla tomba del Presidente e insieme porgono il loro saluto. Intere generazioni di sampdoriani eredi di uno stile inconfondibile e vincente.
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Tutti insieme, dietro uno striscione su cui campeggia il nome “Paolo” su sfondo blucerchiato, ci si avvicina all’ingresso superiore del cimitero di Bogliasco, cantando cori per Mantovani. Poi, una volta oltrepassato l’ingresso, un rispettoso silenzio. Qualcuno porta una corona di fiori coi colori blucerchiati, altri appendono sciarpe o adesivi attorno. Arriva per prima Francesca Mantovani, che all’inizio del corteo ha pronunciato un discorso in cui ha ricordato il padre, Bek e Gianluca Vialli (presente al memoriale anche Riccardo, nipote del bomber scomparso).
Francesca si siede con una sua amica accanto alla tomba del papà, ricambia i saluti dei tifosi che accorrono e che la cercano. Fuori sventolano gli striscioni che ricordano Mantovani, come quello appeso all’inizio della salita che porta al Poggio: “Paolo nel cuore“.
Un rapido saluto, silenzioso, di quel silenzio commosso che dura da 30 anni come se il presidente se ne fosse andato ieri. A uno a uno i tifosi della Sampdoria varcano l’ingresso dal cimitero e vanno via. Per ultimi escono insieme Francesca Mantovani e Riccardo Vialli, eredi di due anime a cui i sampdoriani saranno eternamente grati, testimoni viventi di una pagina indimenticabile di storia blucerchiata. Tramandata di padre in figlio, sempre con la stessa passione e gratitudine. Questa è forse la più grande traccia di ciò che è stato Paolo Mantovani.