La Sampdoria comincia a pensare al futuro tecnico. E’ iniziato il lungo addio a Claudio Ranieri. Chi al suo posto?
Ci sono trasferte, segnatamente quelle di Cagliari e di Bologna, che forse si potrebbe anche fare a meno di fare, tanto cambiando l’ordine delle stagioni il risultato non cambia.
Come in una proprietà transitiva delle trasferte, cambiando l’ordine degli uomini e dei campionati, il risultato non cambia: sempre sconfitta.
Eppure, nonostante il 3-1 finale – ma avrebbe potuto essere anche 4-1 per Mihajlovic, io dopo aver visto e rivisto le immagini in televisione continuo ad avere dubbi che l’azione del Bologna che aveva portato al quarto goal fosse effettivamente in fuorigioco, ma c’è il Var e mi inchino – ho visto la più bella Sampdoria degli ultimi mesi.
E, dopo tre partite vinte o pareggiate in cui – alla luce del gioco messo in mostra – la Sampdoria avrebbe meritato di perdere (Udinese, Fiorentina e Cagliari hanno giocato oggettivamente molto meglio dei blucerchiati), stavolta la Samp avrebbe meritato anche di vincere per il gioco visto in campo,
E’ un po’ come nel girone di andata quando la vittoria con il Crotone è stata legittimata solo da una buona ripresa, ma con i calabresi che hanno giocato molto meglio nel primo tempo, mentre la sconfitta con il Sassuolo era figlia di un’ottima partita della Sampdoria che avrebbe meritato almeno il pareggio.
Insomma, probabilmente, alla fine tutto si tiene e punti rubacchiati si equilibrano con punti persi immeritatamente e oggi è uno di quei giorni del secondo tipo.
Del resto, se hai una difesa sempre messa malissimo su ciascuno dei tre goal e un centrocampo che, con la palla ai piedi e la possibilità di rilanciare l’azione, regala il contropiede e la rete al Bologna, allora è giusto che finisca così.
E, al di là del goal di Quagliarella, la cosa migliore della giornata blucerchiata da incubo dalla cintola in su, vengo al solito discorso su Claudio Ranieri.
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Sampdoria, è cominciato il lungo addio a Claudio Ranieri
Continuo a non capire in alcun modo il continuo cambio della formazione di partenza, soprattutto questa settimana in cui non c’erano stati turni infrasettimanali e quindi non c’era nessuno che potesse parlare di stanchezza.
Continuo a non capire alcune scelte: ad esempio, è entrato Ramirez – non dirompente come la scorsa settimana, ma comunque non negativa la sua prestazione – che però aveva due gravi difetti: primo è in scadenza di contratto e quindi avrebbe molto più senso tutelare i patrimoni della società, come Valerio Verre, che ha appena rinnovato e che viene invece regolarmente ostracizzato, rimanendo una specie di Paperino rispetto ai Gastone o ai Gaston senza che questo abbia una logica societaria o aziendale; secondo, Ramirez era diffidato, è stato ammonito all’84esimo minuto e quindi salterà l’importantissima partita con il Torino (che, ricordiamocelo, ha due gare in meno) e che è la squadra su cui fare la corsa per evitare brutte sorprese sul finale del campionato.
Insomma, la partita di domenica pomeriggio al Ferraris contro i granata di Davide Nicola è la partita della vita: un pareggio significherebbe quasi certamente la salvezza matematica con parecchie giornate di anticipo e quindi giocarla senza l’opportunità di avere, all’inizio o da subentrato, Ramirez è comunque un errore concettuale.
Insomma, a me la Sampdoria di Bologna è piaciuta e anche parecchio.
Ma inizierei già a pensare al futuro: in attesa di sapere se ci saranno sviluppi societari, comunque improbabili se non impossibili fino alla fine della stagione, credo che sia il momento di pensare seriamente al futuro in panchina.
E credo che la storia di Ranieri alla Sampdoria – con tanti e sinceri ringraziamenti per la straordinaria salvezza dello scorso anno e per aver riportato lo stile a Bogliasco – sia giunta al capolinea e anche oltre, per una serie di motivi: il primo è l’ingaggio troppo alto rispetto al valore aggiunto ottenuto quest’anno (Sassuolo e Verona non hanno certo rose superiori a quella blucerchiata, almeno a livello di nomi e di monte ingaggi, quindi almeno su questo la società è innocente, nonostante movimenti come quelli di gennaio che, se fai partire Bonazzoli e fai venire Torregrossa, chiaramente non sono geniali, quantomeno considerando l’età e la storia calcistica dei due).
Ma, soprattutto, serve qualcuno che faccia giocare la squadra (e oggi Ranieri l’ha fatto), che valorizzi i giovani e il patrimonio aziendale e che costi decisamente meno, perchè non è più tempo di vacche grasse.
Chi al posto di Claudio Ranieri?

Quindi, fra i nomi che si sono letti – restando purtroppo De Zerbi un sogno irrealizzabile – quello che mi convince meno è quello di Mihajlovic, strutturato e con il gran pregio di conoscere l’ambiente per esserci stato due volte in esperienze entusiasmanti.
Il mio sguardo va a Giovanni Stroppa, che avrebbe anche un tipo di stile e di comunicazione perfetta per la Sampdoria, a Vincenzo Italiano (e lo dico ben conscio dell’esonero del tecnico del Crotone e del momento davvero molto complicato di quello dello Spezia), a Alessandro Dionisi che sta facendo benissimo ad Empoli, capolista della serie B, e sempre in B a Paolo Zanetti, che sta facendo giocare al Venezia davvero un ottimo calcio.
Poi, certo, se arrivasse Rino Gattuso, questo riuscirebbe a conciliare il “grande nome” che è sempre stato il faro di Ferrero nelle scelte dei tecnici e un’opzione apprezzata da molti tifosi.
Comunque, ormai, mi pare che il lungo addio con Ranieri sia iniziato ed irreversibile.
Sampdoria, è cominciato il lungo addio a Claudio Ranieri