L’Agenzia delle Entrate ha ufficializzato il risanamento del debito della Sampdoria, adesso Andrea Radrizzani potrà guardare avanti…
La gestione di Massimo Ferrero ha reso complicato ogni passo della nuova proprietà Radrizzani-Manfredi. Ma adesso si può finalmente scrivere la parola fine sulla telenovela blucerchiata. Infatti è arrivata la notizia del risanamento del debito della Sampdoria da parte dell’Agenzia delle Entrate. La quale ha approvato l’accordo per i debiti rimasti dalla gestione precedente. Una percentuale del 65% che dovrà essere onorata nei prossimi 10 anni.
Questo vuol dire che i debiti della Sampdoria passano da 50 milioni di euro a 17, operazione conclusasi in tempi da record. Infatti sono serviti solo 3 mesi, tempistica inedita per quel che riguarda le società professionistiche. Adesso finalmente si potrà parlare solo delle questioni di campo, senza dover aspettare nuovi svolgimenti per questioni legate a vicende fuori dal rettangolo verde. E, cosa più importante, arriva la pietra tombale sulle continue e prolungate mancanze della gestione di Massimo Ferrero. Ecco la nota ufficiale (fonte genova.repubblica.it):
Il trattamento di tale debito ha svolto un ruolo fondamentale nel risanamento della società calcistica. Si tratta, infatti, di debiti fiscali pari a circa cinquanta milioni di euro dovuti al mancato pagamento di imposte e tasse da parte della precedente gestione, che sono stati oggetto di un accordo, grazie all’istituto della cosiddetta “transazione fiscale” disciplinata dal Codice della crisi e dell’insolvenza, mediante il quale la società ha concordato con l’Agenzia delle Entrate una falcidia del sessantacinque per cento dei debiti (ridotti quindi da cinquanta a circa diciassette milioni di euro), prevedendo il pagamento del residuo importo di diciassette milioni con una dilazione di dieci anni.
La proposta di transazione fiscale è stata elaborata e curata dal team di fiscalità della crisi d’impresa di PwC TLS guidato da Giulio Andreani. L’approvazione dell’Agenzia delle Entrate è giunta, dopo complesse trattative e articolate verifiche, a tempo di record, grazie alla professionalità dei dirigenti e dei funzionari della direzione provinciale di Genova, che fa capo a Michele Mollero, e della direzione regionale della Liguria, diretta da Luisa Giordano.
Adesso è davvero finita, testa solo al campo
Sampdoria, l’Agenzia delle Entrate approva il risanamento del debito. Radrizzani ha salvato il club
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L’accordo assume particolare rilievo per più motivi:
1 – è stato essenziale ai fini del risanamento della Sampdoria. Poiché senza transazione fiscale i nuovi investitori non sarebbero intervenuti e il riequilibrio finanziario sarebbe stato impossibile;
2 – è la prima transazione fiscale di una squadra di calcio di serie A e di serie B approvata dall’Agenzia delle Entrate;
3 – la transazione è stata approvata dall’Agenzia delle Entrate in meno di tre mesi, che costituisce un tempo record. Considerato che il periodo medio di approvazione è di almeno nove mesi, e tale celerità, è stata a sua volta essenziale ai fini del risanamento, che non sarebbe stato altrimenti raggiungibile, considerata le necessità di rendere possibile un tempestivo intervento dei nuovi investitori;
4 – l’accordo raggiunto con l’Agenzia delle Entrate rispecchia pienamente lo scopo della transazione fiscale. Che è quello di produrre effetti positivi al tempo stesso per il debitore, per l’Erario, per gli altri creditori, per gli stakeholder in generale e per la collettività.
Infatti, grazie a tale accordo: a) la Sampdoria può dare attuazione al proprio risanamento aziendale, proseguendo la propria attività. b) l’Agenzia delle Entrate può recuperare somme notevolmente superiori a quelle che in caso di fallimento della società o in presenza di qualsiasi altra soluzione avrebbe potuto percepire. c) grazie a questo accordo i creditori della Sampdoria riceveranno un pagamento che, pur non essendo integrale, consente loro, in diversi casi, di evitare difficoltà dovute al mancato incasso dei loro crediti. d) i dipendenti della società conservano i loro posti di lavoro. e) l’Erario evita il sostenimento di tutti quegli oneri sociali (dovuti alla cassa integrazione, alla mobilità, alla mancata futura percezione di imposte sui redditi dei dipendenti e dei fornitori, ecc.) che inevitabilmente avrebbe dovuto sostenere in caso di insuccesso della ristrutturazione dei debiti;
5 – la proposta di transazione fiscale presentata all’Agenzia delle Entrate ha toccato, per la prima volta dall’entrata in vigore del Codice della crisi e dell’insolvenza avvenuta il 15 luglio 2022, questioni interpretative di natura tecnico-giuridica del tutto inesplorate. Che in precedenza né dall’Agenzia delle Entrate né la giurisprudenza aveva trattato, derivando da recenti modifiche della legge;
6- la transazione fiscale è stata approvata nel corso di un percorso di risanamento articolato, quello della composizione negoziata della crisi, che esclude di per sé un accordo con il Fisco, il quale è stato in questo caso raggiunto combinando due istituti differenti: quello, appunto della composizione negoziata della crisi, che – come detto – esclude la transazione fiscale, e quello dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, nel quale la composizione negoziata è sfociata, che invece consente la transazione fiscale. Anche per questo motivo l’operazione è da considerare innovativa.