Attilio Lombardo non guarda troppo in avanti: prima di pensare al futuro bisogna pensare a salvare la Sampdoria dalla Serie C
Il futuro è adesso. La Sampdoria non ha molto tempo di pensare alla prossima stagione, alla pianificazione: prima bisogna salvarsi, poi si vedrà il resto. Intanto sulla panchina ci sono Alberico Evani e Attilio Lombardo, che hanno iniziato con una bella vittoria contro la Cittadella nella prima delle sei “finali” da cui passa la salvezza.
Lombardo non pensa al futuro. Conta la prossima partita, poi quella dopo ancora. Per l’anno prossimo ci sarà tempo, ma, intanto ci sono cinque giorrnate da giocare e da vivere al massimo, come racconta al Secolo XIX:
Futuro? È questo. Quello che conta è portare a termine la missione. Pensiamo a fare risultato. Ci sono cinque partite da qui alla fine del campionato. Voglio giocarmele fino in fondo. Le differenze con il passato? Che abito a Genova, quindi non posso fallire (sorride, ndr). Non voglio andare via dalla Liguria, voglio rimanere a casa. Mia figlia, che va sempre in gradinata, mi ha mandato un messaggio che diceva: “Papà, so dove abiti”.
Ci sarà da lottare, da mettersi l’elmetto perché la Serie B è un campionato impegnativo:
L’impatto? Difficile. Già a vedere le immagini del Cittadella durante la settimana, sapevamo che avrebbero giocato così. E devo dire che sono stati bravi. Credo che saranno quasi tutte così le partite. Bisognerà mettersi l’elmetto.
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L’atmosfera, il pubblico, la vittoria. Un’emozione unica per Lombardo:
L’atmosfera mi ha fatto rivivere emozioni da giocatore, com’è stato per alcuni ex compagni che erano a vedere la partita. E anche i tifosi che hanno avuto la fortuna di vivere quelle situazioni all’epoca sono rimasti impressionati. Sapevo che dovevo uscire per il riscaldamento, ero molto emozionato. Poi in campo, nel guardare i ragazzi, ho pensato che avrei voluto potergli dare una mano. Lo stadio è favoloso, anche le scorse settimane c’era tanto pubblico. Come diceva Mantovani: “Finchè i tifosi canteranno, la Sampdoria vivrà”.
E’ stata una giornata intensa quella di sabato. Con immagini che hanno fatto il giro del mondo. Lombardo con il walkie-talkie, non molto funzionante, ma non solo:
Poco funzionante (ride, ndr). All’intervallo l’ho buttato via. Non ha dato una grande mano, ma la comunicazione con Gregucci e con Simone, il nostro match analyst, invece sì.
La vittoria non deve trarre in inganno. La Sampdoria ha ancora molta strada da fare, ma i calciatori sono stati subito disponibili. Servirà mettere la testa giusta già dalla prossima partita, dalla sfida impegnativa contro una Juve Stabia agguerrita:
Abbiamo visto un gruppo molto disponibile. Questa squadra ha valori inespressi, però non c’è più tempo. Dobbiamo costruire qualcosa di diverso. Adesso pensiamo alla Juve Stabia. La vittoria può essere un’arma a doppio taglio. Non mi faccio ingannare, ho liberato tutta la tensione che accumulerò di nuovo nei prossimi giorni. A fine partita ho visto qualcuno che non aveva mai vissuto queste emozioni piangere in panchina, quindi mi auguro che anche i ragazzi non si siano già rilassati. Ci sono delle debolezze, se pensiamo di aver già risolto i problemi ci ritroveremo nell’oblio. In allenamento cerchiamo di allenare la convinzione, un centimetro alla volta. Poi in B conta vincere duelli individuali.