Le mani al cielo di Attilio Lombardo per Luca Vialli, ma anche per Sinisa, Ajazzone e i pezzi di Sampdoria che, purtroppo, non ci sono più
Fischio finale e braccia al cielo. E’ questa l’immagine di Attilio Lombardo al termine di Sampdoria-Cittadella, la partita che ha sancito il ritorno alla vittoria dei blucerchiati alla prima sulla panchina di Attila e di Alberico Evani. Una dedica per Luca Vialli, ma non solo. Una dedica per tutti i blucerchiati che, purtroppo, non ci sono più.
Quella vittoria tanto voluta quanto sofferta è per loro, come racconta Lombardo al Secolo XIX. Vialli manca tantissimo, sarebbe stato il suo sogno riformare la Sampd’Oro alla guida della Sampdoria, ma non ha fatto in tempo:
Le mani al cielo al fischio finale? Sì, erano per Vialli. Ma nel gesto non non ho dimenticato neppure gli altri, come il presidente Mantovani, Mihjalovic, Borea e Giorgio Ajazzone. Luca sarebbe stato contento, era il suo sogno. Spero che quell’immagine possa far capire che chi non c’è più è rimasto dentro i nostri cuori e ci accompagnerà in un’impresa che dobbiamo a tutti i costi compiere.
Sampdoria, Lombardo: ecco cosa mi avrebbe detto Luca Vialli
Sampdoria, Attilio Lombardo: le mani al cielo non solo per Luca Vialli. Il racconto a cuore aperto
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C’è anche Luca dietro questa impresa. E’ in ogni gesto dei suoi compagni di sempre, dei suoi fratelli. Vialli rimane sempre nel cuore, nella testa di chi ha avuto la fortuna di poter condividere lo spogliatoio e non solo con lui.
Lombardo, ai tempi in cui gli fu offerto il ruolo da allenatore-giocatore al Crystal Palace chiamò subito Luca. Lo avrebbe fatto anche questa volta. Gli avrebbe detto di accettare, perché le sfide si affontano da “uomini veri”. Quello che è stato Vialli, che accompagnerà la rinascita in ogni gesto:
All’epoca mi disse: “Attila, sei un giocatore di calcio. Sappi che passi dall’altra parte della barricata e quelli che erano tuoi compagni non lo saranno più. Dovrai fare delle scelte. E’ difficile, ma emozionante”. Se gli avessi chiesto consiglio oggi avrebbe detto di accettare, perché le sfide vanno affrontate da uomini veri. E lui è stato un grande uomo, come tutti i sampdoriani. Ringrazio anche il presidente che ci ha dato questa possibilità.